Fotocamere storiche e tecnologia fotografica

La regolazione dell'esposizione, la teoria e le tecniche semplificate
Exposure Setting: Theory and Cheaper Techniques

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Ogni oggetto tecnologico si basa su alcuni principi teorici, che tuttavia, nella loro realizzazione pratica, vengono sempre condizionati da esigenze di tipo economico. In altre parole, l'implementazione del principio è sempre la meno costosa possibile, una volta scelto il livello di qualità globale che dovrà avere il prodotto finito.
Nei casi fortunati in cui è possibile seguire l'evoluzione tecnologica dello stesso oggetto per un periodo di tempo particolarmente lungo, diventa interessante e didattico osservare le strade seguite da questa costante esigenza di economia. La macchina fotografica si presta egregiamente a tale indagine.

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La teoria: come regolare la luce

Per fare una bella foto, occorre in primo luogo che una giusta quantità di luce arrivi a impressionare la pellicola. La chiamo pellicola, ma potrebbe essere benissimo il sensore di una macchina digitale: il bello del ragionamento che andiamo a fare è proprio la sua applicabilità ad entrambe le tecnologie.
Da che la fotografia esiste, per regolare questa luce si può agire su tre fattori:

Inoltre è fondamentale che l'immagine catturata dall'obiettivo cada esattamente sul piano della pellicola/sensore: abbiamo bisogno di un sistema di messa a fuoco.

Infine ci sono gli aspetti che potremmo dire complementari: lo strumento con cui il fotografo osserva ("inquadra") l'immagine da fotografare, cioè il mirino; l'eventuale meccanismo che sa leggere la luce e regolare di conseguenza i parametri che abbiamo citato (esposimetro); l'eventuale possibilità di cambiare l'angolo di campo, cioè l'area coperta dall'inquadratura.


E' evidente che in assenza di limiti di budget, volendo costruire una macchina fotografica, cercheremo di rendere regolabili al meglio tutti questi fattori. Come?


La pratica: come regolare la luce, in funzione del "budget"

Serve davvero poter regolare tutti questi aspetti?
No. E' possibile costruire macchine tanto economiche da non regolare nessuno dei parametri che abbiamo visto. Teoricamente, esse sarebbero in grado di ottenere foto comunque perfette, ma solo in una precisa condizione, quella per la quale i loro parametri sono stati tarati.
Ad esempio se volessi fotografare solo paesaggi in giornate di sole, un tempo di 1/250 di secondo, un diaframma 8, una sensibilità di 100 Iso, una messa a fuoco "all'infinito" e un angolo di campo di circa 40° sarebbero perfetti.
Siccome però l'utente si aspetta di poter utilizzare il proprio apparecchio nell'insieme più vasto possibile di situazioni, meno sono i parametri che l'apparecchio può regolare, più è facile allontanarsi dalle condizioni ideali di scatto, e quindi ottenere risultati via via inferiori.

Va anche detto che il tipo di fotografia condiziona la tolleranza ammissibile, cioè la precisione con cui i parametri vanno regolati. L'esempio classico è la differenza tra diapositive e stampe. Le prime vengono viste direttamente, le seconde dopo un ulteriore passaggio intermedio (dal negativo alla stampa su carta) che può correggere alcuni errori di esposizione. Pertanto le stampe sono più tolleranti sulla quantità di luce, cioè sulla combinazione utilizzata per tempo/diaframma/sensibilità (a differenza delle diapositive sono tolleranti anche sul tipo di luce - naturale o artificiale - cioè sulla temperatura del colore).
Il digitale è una via di mezzo, perché è vero che può essere ampiamente elaborato, ma l'utente medio si aspetta comunque un buon risultato "senza troppe complicazioni".
La ripresa cinematografica (amatoriale) è in assoluto la meno tollerante: se fatta su pellicola, è praticamente impossibile da modificare e questo ci permetterà di osservare interessanti sistemi di regolazione, anche su cineprese di classe molto economica.

Tornando ai tre parametri che regolano la luce, è facile immaginare che la ricerca dell'economia possa portare a renderne regolabili soltanto due, o al limite uno solo. E ancora una volta, è il connubio tra economia e tecnologia che fa scegliere quale regolare. Ad esempio una macchina fotografica antica, integralmente meccanica, troverà facile regolare con cura il diaframma. Una moderna digitale di classe economica potrebbe rinunciare del tutto al diaframma e ottenere la stessa regolazione agendo soltanto sulla sensibilità (quella che con la pellicola non è modificabile!).

E allora, proviamo a passare in rassegna alcuni modelli esemplari degli ultimi 50 anni (che poi sono quelli della mia raccolta!) e a vedere come ciascuno abbia affrontato il problema della regolazione.

Le fotocamere esaminate
Overview of Cameras

Apparecchi economici

Affordable cameras

Apparecchi di qualità

High-end cameras

Gli stessi dati e altri ancora come tabella in formato Excel / The same data and more as Excel table with English text.

 

Capitolo successivo / Next Chapter: fotocamere economiche.


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