Scempi ambientali e altre assurdità moderne

Sprechi, truffe e altre fesserie - una prima raccolta

"e un domani state pur tranquilli
ci saranno sempre più poveri e più ricchi
ma tutti più imbecilli."

Giorgio Gaber, La mia generazione ha perso, 2001

 

L'autostazione Garibaldi di Milano: nuova e già demolita

19 marzo 2007: la moderna autostazione di Milano Porta Garibaldi viene fatta a pezzi e demolita.
Da un articolo on-line (oggi non più disponibile) del quotidiano Il giorno, si apprende che era costata più di 1 milione di Euro e la costruzione era iniziata nel marzo 2001, con previsione di completare i lavori in 10 mesi. In realtà mi sembra sia stata inaugurata solo nell'inverno 2002/2003, quindi è stata utilizzata per non più di 4 anni.
Tra l'altro lo stesso articolo dice che "Porta Garibaldi è destinata a diventare sempre più uno dei principali punti di scambio per la città di Milano, e la sua riqualificazione accentuerà la mobilità nella zona". Evidentemente quattro anni dopo, per riqualificare Porta Garibaldi (con il mega progetto della Città della moda e affini), l'autostazione è diventata di troppo. Mah...

L'autostazione Garibaldi

Vista aerea da maps.live.com.
Per inciso: questo nuovo sito Microsoft è uno strumento affascinante per esplorare le città, con una risoluzione fino a ieri impensabile! Tenete conto però che per ora copre solo le grandi città e funziona solo con Internet Explorer e non con Mozilla :-(

Mattina del 20 marzo 2007: tutto demolito!

Quello che mi ha colpito non è tanto l'aver chiuso e rimosso l'autostazione, ma proprio la sua demolizione, la volgarità del farla a pezzi, del ridurre in briciole una cosa nuova.
Proprio non si poteva smontarla, riciclarne almeno qualche pezzo?
Oppure - audacia incredibile! - non si poteva costruirla in modo che fosse riutilizzabile altrove? Da altri articoli trovati in rete, sembra infatti che già allora si sapesse che sarebbe stata "provvisoria".
Il consumismo, il buttar via quello che è stato fatto, mi appare prima di tutto uno sprezzo del lavoro; forse un aver dimenticato la fatica di lavorare.


Segnaletica stradale assurda o persecutoria

La rotatoria che non esiste

Lomello (PV), strada per Mede, estate 2006.

A nessuno è sfuggito l'incredibile proliferare delle rotatorie nell'ultimo decennio. Non nego che in alcuni casi siano preziose, specie dove sostituiscono un semaforo. Ne cito almeno due, che hanno risolto code kilometriche sulla via Aurelia: davanti alla stazione di Finale e in ingresso a Pietra Ligure.
Ma piazzare rotatorie su strade principali per ogni immissione del più minuscolo viottolo campestre è semplicemente ridicolo (oltre che, al solito, "piacevolmente" costoso).
E allora, come caso limite, illustro questa rotatoria che forse in futuro potrebbe diventare l'inizio della tangenziale di Lomello, ma che oggi non porta proprio da nessuna parte.

La scalinata "pedonale"

Milano, via Govone, 2007.

Il sottopasso delle Ferrovienord è stato realizzato nel 2003. Qualche anno dopo sono comparsi questi cartelli che indicano il "percorso pedonale" (e, dall'altro lato, la "fine del percorso pedonale).
Due cartelli di qui, altri due di là, per spiegare che cosa? Che una scalinata è riservata ai pedoni?
Qualcuno temeva che la si scambiasse per una pista ciclabile? Intelligenza e soldi buttati al vento.

Il semaforo limitatore di velocità

Andora (SV), via Aurelia, discesa di Capo Mele, 2006.

L'ultima frontiera nel campo della sicurezza stradale sono i semafori che diventano rossi se ci si avvicina a velocità troppo elevata. Bene, nulla da eccepire a questo metodo un po' strano di far rispettare i limiti. Ma quali limiti si scelgono? Questo semaforo è stato installato nel 2005.
Fino al 2004, però, il limite di velocità non era di 50 ma di 60 km/h.
Sembra una piccola differenza, ma per questo rettifilo, ampio e praticamente fuori dall'abitato, il valore "giusto" (che ovviamente io avevo sempre rispettato) era proprio 60. Poi qualcuno, evidentemente incapace di controllare il rispetto del limite giusto, non ha trovato di meglio che imporne uno inutilmente vessatorio. Mah...

 

Nuovo Accesso vietato di notte: al limite della truffa

Cavalcavia Renato Serra, Milano, 2007.

Questo è un caso che trovo vergognoso, quasi la dimostrazione della teoria secondo cui lo scopo della segnaletica non è la sicurezza stradale, ma raccattar soldi con le multe.
Anni addietro si decise che il Cavalcavia di Renato Serra - Monte Ceneri dovesse essere chiuso di notte, per ragioni di sicurezza. Dapprincipio si provò con una sbarra mobile, che però resisteva solo pochi giorni, prima di essere abbattuta.
Oggi c'è un sistema di telecamere che fa automaticamente la multa a tutti quelli che passano dalle 22 alle 6. Ma come fa l'automobilista ad accorgersi del divieto?
In foto è mostrato lo scenario che si presenta all'accesso del cavalcavia. Ben 8 cartelli, senza contare le varie pubblicità. Da sinistra a destra:

  • pericolo di allagamento
  • limite di velocità 70 km/h
  • divieto di transito dalle 22 alle 6, con controllo accesso e velocità con telecamere
  • divieto di accesso ai pedoni
  • zona a traffico limitato
  • divieto di transito a tutti i veicoli eccetto le autovetture dalle 6 alle 22
  • passaggi consentiti a sinistra e destra dello spartitraffico
  • percorso sulla carreggiata di destra (cioè non sul cavalcavia) per autobus, camion moto, e bici

Quanti guidatori, avvicinandosi al buio a questa selva di cartelli riusciranno a cogliere che di notte proprio non si può passare, tenendo anche conto dell'ingannevole compresenza di due fasce orarie "complementari", che abbiamo evidenziato in rosso: una in cui non passa nessuno e una in cui non passa nessuno eccetto le autovetture?!?

Se lo scopo di tutto quanto non fosse stato quello di fare multe, ma semplicemente di far rispettare il divieto, il Codice della Strada prevedeva benissimo tutti i segnali necessari e inequivocabili, senza nemmeno bisogno di ricorrere a scomode sbarre. Bastavano i semafori di corsia, esemplificati qui sotto. Null'altro. Un semaforo rosso acceso di notte lo avrebbe capito chiunque. Però poi di multe non se ne davano più.

 

Nuovo Ma la tecnica del traffico non è un'opinione!

Un esempio quanto mai didattico di quanto sia importante una (minima) conoscenza tecnica, per evitare di fare lavori inutili e di sprecare il denaro pubblico.

Leggiamo dal sito del Comune di Milano che "a causa del cantiere per la realizzazione della Linea 5 della metropolitana, da domenica 28 ottobre 2007 cambia la percorribilità di alcune strade. Saranno chiuse le tre corsie di Viale Zara in uscita dalla città. La principale direttrice in uscita dalla città diventerà l'asse Taramelli - Arbe - Sarca. In via Taramelli, per aumentare la capacità di transito da una a due corsie, sarà vietata la sosta sulla carreggiata destra: si potrà parcheggiare sul marciapiede dove sono state già state tracciate le strisce bianche."

Per permettere il parcheggio, lasciando qualche spazio anche ai pedoni, è stato necessario allargare il marciapiede di circa un metro: un lavoro che ci auguriamo non sia costato troppo, ma qualcosa è costato di sicuro. Sarà stato un buon investimento?

La spiegazione del provvedimento è accompagnata da una piantina, di cui riproduciamo l'area di via Taramelli:

In realtà chi dovrebbe percorrere le due corsie in direzione nord di Via Taramelli? Abbiamo aggiunto un po' di segnaletica sulla mappa del Comune. Da Piazzale Lagosta la svolta a sinistra è vietata e si può solo proseguire per Via Pola; Via Sassetti invece è a senso unico in direzione sud. Risultato: via Taramelli in direzione nord si percorre solo proveniendo da via Pola.
Ma l'incrocio semaforizzato, con una curva ad angolo retto, non può che rilasciare un veicolo alla volta, e anche con sensibile lentezza. E' l'incrocio il vero collo di bottiglia! A valle dello stesso è praticamente impossibile saturare una corsia, figurarsi due. Non ci sembra che fosse una cosa particolarmente difficile da comprendere...

Ecco il risultato. Come volevasi dimostrare, in direzione centro (una corsia), si forma la coda, ovviamente a monte del semaforo. In direzione nord, a valle del semaforo, non si è mai visto alcun uso delle due corsie.
La foto è stata presa al mattino, per comodità di luce, ma possiamo assicurare che nulla cambia nemmeno alla sera.

Morale: questo lavoro non sarà costato molto, ma qualunque cifra sia stata spesa, sono stati soldi buttati via.
Morale più generale: una dose minima di intelligenza e di conoscenza tecnica è indispensabile. Sempre. Altrimenti si partoriscono solo fesserie.

 


Dal 2006 è abolita la posta ordinaria: solo spedizioni "prioritarie" e qualche trabocchetto in più

In preparazione, qualche conteggio su questa specie di "supplemento rapido" obbligatorio che le poste hanno imposto, in curiosa, notevole analogia con la soppressione degli interregionali!


Nuovo Se questa è la legge

Questo sito si considera politicamente ateo, e l'autore si guarda bene dall'infilarsi in dibattiti politici di qualunque tipo. Ma alcune cose non possono essere trascurate. Si dice spesso che le leggi italiane sono troppe, inutili e mal scritte, ma forse al cittadino comune riesce difficile rendersi conto fino a quale misura ciò sia vero.
E allora proponiamo uno stralcio di una legge che tutti dovrebbero conoscere, perché rappresenta uno dei punti più bassi toccati dalla nostra Repubblica: la Legge Finanziaria del 2007 (Legge 28 dicembre 2006, n.296).

La legge 296 è formata da un unico articolo, suddiviso in 1364 commi, per un totale di 251 pagine di Gazzetta Ufficiale, che salgono a 338 considerando anche le tabelle allegate. Sì, tutta la legge è fatta dal solo Articolo 1, in cui sono ammucchiati alla rinfusa, privi di una qualunque strutturazione, tutti i provvedimenti finanziari per l'anno 2007.

E' già abbastanza peculiare che il compito di finanziare i settori più svariati della vita italiana ogni anno sia demandato a un'unica legge, e non, come sarebbe ben più logico, a singole leggi di settore, che abbiano validità anche un po' più lunga.
E' ancora più peculiare, al limite della decenza, che per il 2007 si sia scelta questa forma di articolo unico fatto da centinaia di commi (non è stata la prima volta di una legge finanziaria fatta in questo modo, ma questa è forse la più lunga di tutte).
E' infine ben sotto il limite della decenza provare a leggere come sono scritti questi commi. Ne proponiamo un breve stralcio.

Stralcio dalla Legge Finanziaria 2007

Stralcio dell'Art. 1, comma 1024, Legge 28 dicembre 2006, n.296 "Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2007)"

Tutto chiaro, no? Adesso moltiplicate quello che avete letto in questo singolo comma per tutti i 1364 commi della legge, sostanzialmente scritti allo stesso modo, chi più chi meno. Avrete un quadro esaustivo di come questa Repubblica detti le regole per i propri cittadini.

Il testo completo della legge può essere facilmente reperito su Google cercando "Legge 296 2006". Analogamente dovrebbe essere possibile recuperare le altre leggi citate, per tentare di "decifrare" il significato del comma.

 


Un paese di somari

Da tempo mi ero abituato a messaggi di posta elettronica che confondevano lo stile informale con una grammatica saltellante, ahimé non priva di macroscopici errori di ortografia. E' con stupore e disappunto che sempre più spesso noto terrificanti catastrofi ortografiche anche sulla carta stampata: eccone un esempio assai vistoso.

Errori di ortografia da brivido. Persino sui giornali.

Guardate la perla che è apparsa in un titolo del numero di luglio/agosto 2007 del giornale Cisco Magazine: "va" con l'accento. Da brivido.
Possibile che a nessuno sia balzato all'occhio, prima di andare in stampa?!

 

E allora, a compilarla quasi ci si vergogna, ma forse diventa indispensabile una minima tabellina chiarificatrice su come si scrivono almeno i monosillabi più comuni.

Non hanno né accento, né apostrofo va (andare), sta (stare), fa (fare), su, qui, qua
Hanno l'accento (dare), (negazione), (affermazione), (pronome),
Ha l'apostrofo po' (poco)
Non ha l'apostrofo qual è

Così magari qualcuno capirà come mai, se nel criterio di una query Access scrive "si", non ottiene quel che ci si aspetta, mentre se scrive "", la stringa viene correttamente interpretata come Vero o -1. Per fortuna i traduttori Microsoft, da lunga data, conoscono bene l'italiano (e infatti traducono sempre fare clic e non l'orrendo cliccare!).


I graffiti vandalici, il simbolo più evidente dell'imbecillità moderna

Questo sito applica un regime di tolleranza zero verso qualsiasi tipo di graffito vandalico, per cui non pubblica e non pubblicherà mai immagini di graffiti, nemmeno a scopo di documentazione. Tuttavia, nella pagina degli "scempi" è impossibile ignorare quello che è forse l'affronto più volgare - proprio perché totalmente ingiustificato - alla cosa pubblica, e alla ferrovia in particolare. E allora ne propongo un esempio, che mi ha colpito di recente, in cui ovviamente i graffiti non sono mostrati, ma oscurati da una retinatura viola.

Milano Romolo: come distruggere una stazione in sei mesi

La fermata di Milano Romolo sulla linea S9 è stata inaugurata a maggio 2006, fiore all'occhiello della Direzione Compartimentale di Milano di RFI, che l'ha costruita in pochi mesi, d'intesa con la Regione.
A marzo 2007, le due nuove pensiline sono completamente inguardabili. Le superfici retinate in viola nelle foto corrispondono alle aree graffitate.

 

Conosco alcuni responsabili della pulizia dai graffiti, che operano quotidianamente nei depositi ferroviari: hanno tutta la mia stima, e credo che, se fossi al loro posto, non riuscirei a mantenere la stessa costanza e determinazione. Davvero i graffiti mi appaiono il ritratto di Dorian Gray della società moderna, lo scempio idiota fattosi ovunque.


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