Nel 1839, il 3 di ottobre – forse l’unica notizia ferroviaria che si dà anche a scuola – la ferrovia faceva la sua apparizione in Italia, con l'inaugurazione della famosa Napoli-Portici; in quello stesso anno era ufficialmente presentata all'Accademia di Francia un'invenzione che avrebbe fatto altrettanta strada: la fotografia di Daguerre. Vi è così, almeno nel nostro paese, una singolare coincidenza di date tra la ferrovia e la fotografia, che incominciano la loro avventura a pochi mesi di distanza l'una dall'altra, e che si stanno facendo compagnia ormai da un secolo e mezzo.
Questa raccolta "di treni e di fotografie" si occupa proprio dell'intersezione tra il mondo della ferrovia e quello della fotografia, un'intersezione che ci permetterà di volgere lo sguardo alla geografia, alla tecnologia, all'architettura. Perché la ferrovia ha questo di particolare: saper legare, intrecciare la presenza nella geografia – l'infrastruttura, la via ferrata – con l'oggetto della tecnologia meccanica: il mezzo che corre su quella via. E tutto rimane valido ancor oggi, in cui esigenze normative ed economiche sempre più cercano di separare la gestione della rete dalla gestione dei treni.
La storia del treno è lunga e avvincente, e si presta a multiformi chiavi di lettura, che guardano ora all'infrastruttura, ora ai mezzi. Dei primordi ferroviari, pressoché dell'intera storia ferroviaria dell'Ottocento, tutto quel che ci rimane appartiene all'infrastruttura: i rotabili sopravvissuti, anteriori al 1900, sono realmente pochi, e di intere scuole quasi nulla di concreto si è salvato: penso ad esempio all'Ufficio Studi di Torino, che progettava le locomotive per la Rete Mediterranea e che venne abbandonato al tempo della costituzione delle FS, a favore dell'Ufficio di Firenze, già della Rete Adriatica.
Tuttavia, l'infrastruttura che oggi abbiamo di fronte è, nelle linee generali, persino in molti dettagli, quella stessa che si compì press'a poco tra il 1850 e il 1890. Anzi: nella grande crescita urbana, industriale, turistica dell'ultimo dopoguerra, è spesso la ferrovia il "caposaldo territoriale" sopravvissuto all'esplosione cementificatrice, quasi l'unico segno con cui un ipotetico... viaggiatore nel tempo saprebbe raccapezzarsi girovagando per l'Italia.
A partire dai primi decenni del Novecento cominciano a diventare numerosi i rotabili che, almeno in qualche esemplare, sono giunti sino a noi. Primi fra tutti, vi sono i gruppi classici della trazione a vapore FS: grazie anche alla situazione di stasi, che le ha mantenute in servizio attivo negli anni in cui il Paese cresceva solo... in automobile, macchine come la 625, la 640 o la 740 sono ancor oggi disponibili per treni storici e turistici. È dunque spontaneo che la nostra rassegna si apra con immagini di macchine a vapore che, più di qualunque altro mezzo, incarnano la storia del treno.
San Remo, E.636.328, luglio 2000. |