La Giandola. Uno dei tipici caselli in stile architettonico francese, nella tratta Piena-Fontan che non è mai stata italiana. A scopo di confronto, mostriamo anche la scansione originale prima del restauro digitale che ha restituito tutto il fascino di queste preziose immagini. |
Saorge. Del ponte della gola di Saorge, qui visto dal fianco sinistro della val Roya, non rimaneva più nulla. |
Scarassouï. I resti del ponte di Scarassouï, pregevole manufatto ad arco, di cui sopravvivevano solo le pile laterali. Il ponte è stato poi ricostruito, per motivi economici, con una forma completamente diversa, in cemento armato. |
Scarassouï. Un'altra vista "emotiva" del vuoto lasciato dal ponte distrutto. |
S. Dalmazzo. Il casello 77, al secondo dei tre ponti di S. Dalmazzo di tenda. |
S. Dalmazzo. Un'altra vista del casello 77, posto sul lato destro della val Roya, all'uscita della galleria (alle spalle del fotografo) proveniente dalla stazione di S.Dalmazzo. |
S. Dalmazzo. La stazione mostrava ancora i resti delle pensiline metalliche (poi non ricostruite). Oggi, il grande fabbricato viaggiatori, un tempo sede doganale italiana, è sostanzialmente integro, ma in stato di totale abbandono. |
Tenda. Il vasto piazzale di Tenda, ancora totalmente elettrificato, e con un palo drammaticamente spezzato da un proiettile, e ancora lì, più di trent'anni dopo. Oggi sono previsti solo due binari, ma il fabbricato viaggiatori, di stile italiano, è integro e funzionante. |
Tenda. Ancora il piazzale di Tenda, visto da nord. |
Nuovo! San Dalmazzo (anni '10-'20). La stazione è fotografata nella sua versione provvisoria, prima della costruzione del fabbricato monumentale. La linea è arrivata qui da Tenda nel 1915 ed è proseguita per Breil solo nel 1928, dopo la pausa imposta dalla prima guerra mondiale (carta schematica). Tuttavia i viadotti a sud di San Dalmazzo portano incisa una data anteriore (foto), segno della lunga gestazione della linea. In fondo si vedono i due portali di galleria sovrapposti: quello inferiore è oggi accanto alla ex sottostazione elettrica; quello superiore, al termine dell'elicoidale di San Dalmazzo, è oggi totalmente nascosto dalla vegetazione. |
Nuovo! San Dalmazzo (anni '10-'20). Primo piano sull'area che sarà poi occupata dal fabbricato monumentale dell'allora stazione di confine. |
Nuovo! San Dalmazzo (fine anni '20). Il fabbricato monumentale appena completato, al transito di una possente locomotiva a vapore italiana gruppo 470, tipica della linea nel periodo anteriore all'elettrificazione. La trazione trifase arriverà qui da Cuneo nel 1931 e verrà completata nella tratta francese, da San Dalmazzo a Piena, nel 1935. |
Nuovo! San Dalmazzo (dopoguerra). Durante il lungo periodo di inattività della ferrovia, il fabbricato e le pensiline, ormai prive di copertura, sopravvivono come muti testimoni del passato, mentre l'ampia area dello scalo viene riciclata come campo di calcio (tuttora esistente). Tre ragazzini improvvisano una partita... |
Nuovo! San Dalmazzo (dopoguerra). Primo piano della pensilina del secondo marciapiede, con la classica staccionata FS verosimilmente ricollocata a delimitare l'area. Le eleganti pensiline metalliche saranno totalmente rimosse con la ricostruzione del 1978-79. |
Nuovo! San Dalmazzo (dettaglio pensiline). |
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