Mondovì. La funicolare Mondovì Breo - Mondovì Piazza venne inaugurata nel 1886 ed era caratterizzata dal sistema a contrappeso d'acqua. Nel 1926 venne convertita alla trazione elettrica e fu chiusa nel 1975, a causa del declino dell'utenza. Rimase per molti anni nell'oblio fino alla sua ricostruzione e riapertura, avvenuta nel dicembre del 2006, con un impianto completamente nuovo, davvero efficiente per raggiungere l'isolato borgo di Piazza, anche se caratterizzato da una sede decisamente più "cementosa". L'immagine illustra la livrea azzurra dei mezzi in servizio prima della chiusura negli anni '70; come si vede dalla foto, la funicolare utilizzava un doppio binario "compenetrato", cioè a 4 rotaie sovrapposte, che si separavano nel punto di incrocio. In aggiunta, due cremagliere centrali assicuravano la frenatura di emergenza. |
Biella. La funicolare di Biella, nata per collegare i quartieri di Piazzo e Piano, fu inaugurate nel 1885. La linea è molto breve, essendo lunga solo 175 metri, è tutta a doppio binario - quindi senza necessità di punto di incrocio - ed ha la caratteristica di poggiare su 28 pilastri. Come altre linee, nacque a contrappeso d'acqua per essere poi elettrificata; infine nel 1995 subì una profonda ristrutturazione. L'immagine, databile agli anni '70, riprende le vetture nelle condizioni pre-ristrutturazione. |
Superga (sistema Agudio). Quella che oggi è una "normale" tranvia a dentiera (ancora funzionante) era in verità nata con un sistema a fune molto peculiare, invenzione dell'ingegner Tommaso Agudio, che la realizzò nel 1884. La caratteristica più appariscente era la presenza di grandi ruote esterne, messe in movimento da un cavo d'acciaio, a sua volta azionato da un motore a vapore posto nella stazione inferiore. A differenza delle normali funicolari, il veicolo non era ancorato al cavo, ma era un vero e proprio locomotore, che tramite un sistema di ingranaggi sfruttava il movimento del cavo per azionare le ruote dentate ad asse verticale, le quali a loro volta ingranavano su una cremagliera. Il sistema era quindi un ibrido tra una funicolare e una cremagliera, in cui, a differenza della normale funicolare, era possibile far muovere e fermare autonomamente più veicoli in contemporanea, con ovvio vantaggio per la gestione del traffico. Il cavo, non dovendo trainare direttamente i veicoli, poteva essere più sottile e aveva la particolarità di scorrere più velocemente dei veicoli stessi, precisamente 4,5 volte: 12 m/s contro i 9,6 km/h dei veicoli. Inoltre il locomotore poteva agganciare normali carrozze tranviarie, realizzando un collegamento senza trasbordo dal centro della città: da questo punto di vista era concettualmente simile agli "spintori" (cfr. sotto a proposito della Trieste-Opicina). Nel 1934, dopo mezzo secolo di onorato servizio, il sistema venne sostituito dalla cremagliera tradizionale, con alimentazione a terza rotaia, che ancor oggi conosciamo (più dettagli sul sito Clamfer). |
Superga. Compie 110 anni questa cartolina d'inizio secolo, scritta il 28 maggio 1904, ma la stazione inferiore della Sassi-Superga non è poi così differente nemmeno oggi (a parte naturalmente l'abbandono del sistema Agudio e la trasformazione in normale cremagliera). |
Lanzo d'Intelvi. La funicolare che collegava Lanzo d'Intelvi con Santa Margherita di Valsolda, sperduta frazione isolata sulle rive italiane del Lago di Lugano, venne inaugurata nel 1907, per essere chiusa nel 1977. La principale ragione d'essere della funicolare era permettere il rapido accesso alla navigazione del Lago di Lugano per i turisti provenienti dalla Val d'Intelvi. La sigla FFL sulla fiancata della vettura stava per Ferrovia Funicolare Lanzo. Una lunga serie di vicende giudiziarie legate a conflitti di proprietà ha "congelato" gli impianti, dopo la chiusura, impedendone la demolizione; le vetture, abbandonate a se stesse, erano ancora esistenti molti anni più tardi (vedi la stazione a monte nel 2003). Da notare che, dal 1909 al 1922, la Val d'Intelvi ha visto circolare sulle proprie strade anche una filovia di prima generazione che collegava Argegno, sul lago di Como, con Pellio. Ma mai venne costruito il prolungamento fino alla stazione a monte della funicolare. |
Varese Campo dei Fiori. La funicolare varesina di Campo dei Fiori condivideva con la linea del Sacro Monte la stazione di partenza di Vellone. Tale stazione era raggiungibile utilizzando le tranvie urbane cittadine attraverso un tunnel dedicato. La linea fu attivata nel 1911 ma chiuse definitivamente già nel 1953 e non venne più riaperta, al contrario di quella del Sacro Monte che, chiusa ugualmente nel 1953, ha riaperto nel luglio del 2000. Dopo varie peripezie di tipo burocratico, questa linea ora funziona a regime ridotto solo nei week-end e nei giorni festivi (anche perché il capolinea inferiore non è raggiunto dai bus di linea ed è privo di parcheggio per chi voglia arrivarvi in auto...). A Varese esisteva anche una terza funicolare, quella del Kursaal, che venne distrutta dai bombardamenti nel 1944 e non venne mai riaperta. |
Como-Brunate. Quella di Brunate è sicuramente una delle funicolari più famose d'Italia. Dal 1894 unisce la città lariana con l'elegante borgo collinare di Brunate, base tra l'altro per molte escursioni sui monti circostanti, e ancora oggi è caratterizzata da un intensissimo flusso turistico. La vettura n. 1 del 1935, allora nuovissima, è ritratta in questa cartolina viaggiata nel 1938, che mostra l'inquadratura più classica sulla città di Como. A sinistra è visibile il lungo viadotto ferroviario in curva che raccordava la linea FS Como-Chiasso con la stazione merci in riva al lago (davanti al giardino alberato). |
Como-Brunate. In questa immagine si vede il punto di incrocio con le vetture tradizionali 1 e 2, costruite nel 1935. |
Como-Brunate. L'immagine a colori mostra la vettura 3, realizzata come riserva dalle Officine Agudio nel 1951. Nel 1955 arrivarono anche le vetture 4 e 5, simili alla 3, che restarono in servizio fino all'ammodernamento del 1989, quando vennero sostituite da vetture più moderne, colorate in giallo chiaro e alluminio (foto), a loro volta rimpiazzate da vetture completamente nuove nel 2011. |
Regoledo. Il complesso del Grand Hotel Regoledo, sulla sponda orientale del Lago di Como, venne inaugurato nel 1852 e da subito divenne meta di vacanza per l'alta borghesia lombarda. In vista dell'inaugurazione del tronco ferroviario Lecco-Colico, avvenuta nel 1892, i proprietari del complesso richiesero l'autorizzazione per la costruzione di una funicolare a contrappeso d'acqua che trasportasse i turisti dalla riva del lago all'hotel. La linea venne inaugurata nel 1890 e restò in esercizio fino al 1960. Oggi sopravvive qualche resto della sede. |
Bergamo Città. Una delle caratteristiche della città di Bergamo è di essere fisicamente suddivisa in due parti, una Bassa, adagiata sulla pianura e fortemente sviluppatasi ad inizio Novecento, ed una Alta, di chiaro impianto medioevale. Per raggiungere quest'ultima è attiva sin dal 1887 una funicolare lunga circa 240 metri. Nell'immagine è illustrata, in prossimità della stazione alta, una delle due vetture realizzate nel 1964 ad ancora oggi in servizio, anche se rinnovate alla fine degli anni '80. Questa linea è tutta a doppio binario ed è assimilabile a due funicolari monocabina indipendenti. Infatti ogni vettura è dotata di un proprio sistema fune-motore che può agire autonomamente; i due corrispondenti contrappesi scorrono verticalmente in un pozzo collocato in asse alla stazione superiore. Grazie a questo, al di fuori degli orari di punta, può essere utilizzata in servizio una sola cabina. Un tempo la stazione bassa era raggiungibile con il tram urbano e successivamente con la linea filoviaria n. 1, che aveva l'anello proprio di fronte al fabbricato viaggiatori, mentre la linea 3 saliva fin dentro le mura veneziane della Città Alta. |
Bergamo S. Vigilio. Da Bergamo Alta è possibile raggiungere la sommità del Colle di S. Vigilio grazie alla seconda funicolare cittadina, inaugurata nel 1912. La linea venne chiusa nel 1976 a causa della scadenza della concessione governativa ma ha riaperto, dopo i lavori di ristrutturazione, nel 1991. L'immagine, databile agli anni '50, mostra in primo piano una delle vetture della linea in prossimità dell'incrocio. Dopo i lavori di ripristino, la funicolare, lunga circa 650 m, è esercitata a spola con una sola vettura e il raddoppio è stato di conseguenza eliminato. |
Bolzano Virgolo. La funicolare del Virgolo (in tedesco Virglbahn) collegava il capoluogo altoatesino con una formazione rocciosa da cui era possibile ammirare dall'alto la città e la valle dell'Isarco. Inaugurata nel 1907, non venne più ricostruita dopo le distruzioni patite durante la seconda guerra mondiale. Al suo posto, nel 1957, venne installata una funivia che restò in esercizio fino al 1976. La linea, caratterizzata da una notevole pendenza, percorreva anche un imponente viadotto in muratura, illustrato nella cartolina. Sullo sfondo si nota il binario della linea FS per Merano che percorre il tracciato dismesso nel 1980 e un'asta di manovra con vari carri in sosta. Entrambi questi binari incrociavano a raso il tram per Laives, come si intravede sotto l'arco della funicolare. |
Passo della Mendola. La funicolare della Mendola (in tedesco Mendelbahn) venne inaugurata nel 1903 e rappresentava un prolungamento verso il passo omonimo della ferrovia Bolzano - Caldaro (chiusa nel 1963 e caratteristica per il tratto a terza rotaia tra Bolzano e Ponte Adige). Con i suoi 2374 m di lunghezza inclinata, è sicuramente la più lunga d'Italia e una delle più lunghe d'Europa. Nell'immagine è rappresentata la vettura in servizio fino a prima del completo rinnovamento avvenuto nel 2009. |
Trieste-Opicina. L'utilizzo di funicolari dotate di "spintori" per permettere a vetture tranviarie di superare forti dislivelli è stata un'applicazione abbastanza frequente in Italia. Questo sistema venne infatti utilizzato sulle tranvie Palermo - Monreale e Catanzaro Sala - Catanzaro Città (in quest'ultimo caso esiste oggi una funicolare classica) . L'unica linea che ancora utilizza spintori a fune è la Trenovia di Opicina nel tratto fino a Vetta Scorcola. In questa immagine degli anni '50 è ripresa una vettura che sta impegnando il tratto di raddoppio con lo sfondo di Trieste e del suo Golfo. Oggi, al posto degli spintori dotati di cabina e presenziati, sono in funzione nuovi veicoli senza cabina e completamente automatizzati. |
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