Redatto a maggio 2009
Torna alla prima parte (con l'indice completo e l'introduzione).
L.V. Bertarelli
Guida d'Italia del Touring Club Italiano
POSSEDIMENTI E COLONIE
ISOLE EGEE,
TRIPOLITANIA, CIRENAICA,
ERITREA, SOMALIA
Milano, 1929 - Anno VII
Prima edizione di 400'000 esemplari
Gratis ai Soci del 1929
In questa pagina:
1° DA GENOVA A MASSĀUA.
La Colonia Eritrča, o semplicemente Eritrča (superficie 119'000 kmq., ab. 400'000 c.), posta a cavaliere di una catena montuosa che supera i 3000 m, affacciata a est al Mar Rosso, da cui prende nome, e all'Arabia, a ovest al piano sudanese, e dominante a sud le vie dell'Abissėnia, č la prima in ordine di tempo delle Colonie Italiane. Conquistata col sacrificio di valorosi, questa terra, su cui la Terza Italia fece le prime prove della sua volontā colonizzatrice, si avvia a un brillante avvenire economico. Al turista essa presenta un paesaggio estremamente vario e pittoresco, e, nella parte alta, un saluberrimo clima di eterna primavera, che richiama villeggianti dalle affocate pianure e dalle marine delle prossime regioni.
Stagione di viaggio. - Per visitare le regioni basse lungo il Mar Rķsso e verso il Sudān, situate cioč a quota inferiore agli 800 m, conviene scegliere i mesi invernali (nov.-mar.), mentre l'altipiano e i suoi contrafforti possono essere percorsi tutto l'anno senza difficoltā, sebbene per essi sia preferibile l'autunno, dopo le grandi piogge, quando la vegetazione č in pieno rigoglio. Per una visita accurata di tutta la Colonia č consigliabile partire all'inizio di sett., portarsi subito sull'altipiano, e visitare poi i bassipiani.
Da alcuni anni l'altipiano eritreo č frequentato da giugno a sett. da villeggianti provenienti da Massāua, dal Sudān, dalle rive meridionali del Mar Rosso, da Aden, da Gibųti. Asmāra, dotata di buoni alberghi e di piccoli appartanti, e camere mobiliate, č la localitā pių frequentata, ma anche Embatcallā, Nefasėt, Chéren, Addi Caičh, Addi Ugrė offrono un gradevole soggiorno. La visita della Colonia potrā essere facilitata a carovane e specialmente a squadre giovanili, adattando fabbricati scolastici ecc. ad accattonamento o mediante attendamento. Per il campeggio l'Eritrča offre localitā adattissime, ma il rifornimento di viveri non č dovunque facile. Occorre anche ricordare il turismo di transito dal Sudān al Mar Rosso; ultimata la ferrovia da Agordāt a Tessenči, che dista 58 km c. di camion, da Cassala, sarā possibile creare una rapida e comoda comunicazione fra il Sudān e Massāua, collegata con Suez, e con Aden da linee di navigazione rapide e frequenti Se le merci continueranno a seguire il percorso pių economico Chartųm e Cāssala-Port Sudān, i viaggiatori, almeno in parte, preferiranno la linea eritrea che attraversa una regione di notevole interesse turistico e di clima gradevole.
Piano di viaggio. - La visita dell'Eritrča, limitata alle parti accessibili con mezzi di comunicazione, richiede un mese. Tale visita puō essere quindi facilmente inclusa in qualsiasi viaggio di l'Italia all'Oceano Indiano e viceversa, lasciando il piroscafo a Massāua per riprendere quello successivo.
Alberghi e ristoranti. - Alberghi buoni o discreti sono nei centri principali, Massāua, Asmāra, Chéren, Addi Caieh, Saganéiti, Addi Ugrė. I prezzi corrispondono a quelli usuali nelle cittā italiane di provincia. Nei centri minori si puō usufruire delle camere di passaggio predisposte dai Commissariati o dai Presidi militari; occorre pertanto rivolgersi a essi in precedenza per ottenere l'autorizzazione e accertarsi che vi sia posto. I dintorni di Asmāra forniscono una sceltissima produzione di erbaggi e di frutta europea; dovunque si trovano banane, papaie e altri frutti tropicali. Nei centri minori occorre rivolgersi anche per il vitto alle Autoritā o alle Mense Ufficiali o acquistare viveri dai negozi ove ne esistano.
Č consuetudine che il viaggiatore, arrivando in una localitā ove hanno sede Autoritā civili o militari, si presenti a salutarle; presentazione semplicissima che vuol essere solo una doverosa forma di omaggio alle Autoritā stesse, alla cortesia delle quali del resto il turista ricorrerā per informazioni, permessi e agevolazioni che vengono sempre accordate colla pių squisita gentilezza. Nei presidi minori, dove la vita civile si concentra nel piccolo gruppo di Ufficiali ivi distaccati, l'arrivo di un turista č sempre salutato con particolare cordialitā, e l'ospite porta certamente con sé un gradito ricordo della breve sosta.
Lasciapassare e dogane. - Per i passaporti e per le tessere per l'Eritrča vigono le disposizioni indicate a pag. 170 [lasciapassare per le Colonie, della durata di un anno, rilasciato dai Prefetti o dai Questori, ndr].
Moneta e banche. - Accanto alla valuta italiana la cui circolazione č ormai preponderante, circola ancora e specialmente nel commercio coll'Etiķpia il tallero di Maria Teresa (gr. 28,0668 di argento a 833,66), del valore approssimativo di 5 lire oro, ma mutevole secondo il prezzo dell'argento, trattandosi di una moneta merce; viene coniato dalla zecca di Vienna su richiesta di privati. [...]
Equipaggiamento e precauzioni igieniche. - Per i bassipiani č necessario il consueto equipaggiamento tropicale: casco di sughero, con larga visiera e allargato anche posteriormente per proteggere la nuca; indumenti di lana fine o di maglia di cotone a contatto diretto della pelle (seta e tela controindicati) per assorbire il sudore e indumenti esterni di tela bianca o chiara; scarpe di cuoio solide, ma non troppo pesanti, meglio se alte e con gambali; impermeabile, preferibilmente a forma di mantella; occhiali colorati; occhiali da automobilista contro i venti carichi di sabbia. Per l'altipiano sono consigliabili abiti di mezza stagione con maglie leggere; la sera e la notte č necessario essere ben coperti; un cappotto o una mantellina di panno saranno sufficienti.
Le signore troveranno pure utili scarpe alte di cuoio robusto, mollettiere, indumenti di tela di color chiaro, maglie e sciarpe di lana e un mantello di panno.
Chi intenda percorrere itinerari carovanieri deve inoltre portare con sé una tenda a doppio tetto, un letto da campo munito di zanzariera, una cucina da campo, una sedia a sdraio e una cassetta farmaceutica per cure mediche e chirurgiche d'urgenza (necessaria una provvista di chinino). Modelli pratici e ingegnosi di letti e cucine da campo in forma di bauli, come pure dei bauli bagno, si trovano in commercio. Non dimenticare una lanterna con candele e il necessario per cucire, materiale fotografico e viveri di riserva.
Il clima č salubre e tonico sull'altipiano eritreo, sebbene nei primi giorni possa produrre insonnie, palpitazioni, dispnea e altri disturbi causati dalla bassa pressione atmosferica. Ricordare che sotto i 1800 m la malaria č pressoché ovunque endemica; occorre quindi prendere come prevenzione 2-5 pastiglie di chinino al giorno.
Contegno cogli indigeni. - L'indigeno della parte centrale e meridionale dell'Eritrča (tigrč e tigrāi), č come l'abissino orgoglioso, generoso, volubile, e, come tutti gli orientali, dissimulatore, furbo e accorto parlatore. Occorre trattarlo con giustizia e bontā ma senza debolezza. Saper diffidare č buona regola; troppa familiaritā č fuori luogo.
Vie di comunicazione. - L'Eritrča č collegata all'Italia e ai porti dell'Oceano Indiano da linee di navigazione italiane e straniere; funziona pure un servizio di navigazione interno del Mar Rosso. Le ferrovie hanno uno sviluppo di 492 km (1929). La rete stradale comprende c. 1700 km di carrozzabili, percorribili senza difficoltā con autoveicoli. Sulle carrozzabile Asmāra-Addi Caičh e Asmāra-Addi Ugrė funzionano servizi automobilistici per passeggeri, frequentati anche dagli indigeni. Sono percorribili agli autoveicoli pesanti anche le piste camionabili a fondo naturale (km 800 c.). Da Agordāt a Tessenéi vi č servizio automobilistico settimanale in coincidenza colla ferrovia. Nei centri principali č possibile noleggiare automobili private (L. 2-2,60 al km per vett. tipo Fiat e Ford; L. 4,50-6 al km per autocarri tipo Fiat 15 ter e 18 BL). Molta parte del traffico indigeno si svolge ancora sulle carovaniere.
Posta e Telegrafo. - Le principali localitā della Colonia hanno uffici postali con telegrafo e telefono; la direz. dei servizi ha sede ad Asmāra. Funzionano linee telegrafiche e telefoniche per uno sviluppo di km 955. Le staz. radiotelegrafiche della R. Marina ad Asmāra (I D X), Massāua (I R G), Assab (I C Y), Mérsa Fātma (I R T), fanno servizio anche per privati.
Le tariffe postali nell'interno della Colonia e fra l'Italia e la Colonia sono quelle vigenti nel Regno. Sono in distribuzione i francobolli del Regno con la stampiglia ĢEritreaģ o ĢColonia Eritreaģ; vi č poi una serie di francobolli speciali all'Eritrča. La tariffa telegrafica dall'Italia all'Eritrča, via Roma S. Paolo Radio č di L. 2,20 per parola (la metā per i telegrammi differiti).
Linee di navigazione dall'Italia a Massaua.
POSTALE CELERE: Piroscafo mensile della Compagnia Italiana Transatlantica (Roma): parte da Genova il 5 di ogni mese alle 22, arriva a (Mg. 78) Livorno il g. 6 alle 6; riparte alle 12, arriva a (Mg. 340) Nāpoli il g. 7 alle 8.10; riparte alle 17, arriva a (Mg. 515) Messina il g. 8 alle 6.30; riparte alle 10, arriva a (Mg. 1459) Port Saėd il g. 11 alle 10.40; riparte alle 18, tocca (Mg. 1547) Suez il g. 12 al mattino, arriva a (Mg. 2241) Port Sudān il g. 14 alle 15.25; riparte alle 24, arriva a (Mg. 2549) Massaua il g. 16 alle 6. Prezzi: cl. di lusso, da Genova, L. oro 1446,05, da Nāpoli, L. oro 1273,15; I cl. 1158,20 e 1008,25; II cl. 802,35 e 698,65; II cl. econ. 533 e 464,45; III cl. 336,85 e 296,65. Questi prezzi comprendono letto e vitto, escluso il vino. Il piroscafo prosegue per Aden, Mogadiscio e Chisimaio, Mombāsa, Zanzibār e facoltativamente Dar es-Salaām. Piroscafi a nafta ĢCrispi e Mazziniģ di 1400 tonn., 15 miglia all'ora.
LINEA COMMERCIALE: Piroscafo bimestrale della Compagnia Italiana Transatlantica (Roma): parte da Genova nella seconda o terza decade del mese, tocca Livorno, Nāpoli, Catania, Tripoli, Bengāsi, Alessāndria, Port Saėd, Suez e Port Sudan e giunge a Massāua dopo 20 giorni, ripartendo ancora per Aden, Mogadiscio e Chisimāio. Per maggiori informazioni e per i prezzi che variano frequentemente rivolgersi ad una Agenzia della Compagnia.
LINEA DELL'ESTREMO ORIENTE DA TRIESTE: Piroscafo mensile del Lloyd Triestino (Trieste): parte da Trieste ogni 4° lun. e toccando Venezia, Brindisi, Port Saėd e Suez, giunge a Massāua in 12 g. Prezzi da Trieste o Venezia per Massāua: cl. unica L. sterl. 42; ponte L. sterl. 10; i prezzi di classe unica comprendono il vitto e il letto; quelli di ponte solo il vitto. Il piroscafo prosegue poi per Aden, Singapķre, Shanghāi e Yokohāma.
LINEA GÉNOVA-MASSAUA-CALCŲTTA E VENÉZIA-MASSAUA-CALCUTTA, quindicinale della Soc. Veneziana di Navigazione a Vapore (Venezia). Prezzi non elevati e ottimo trattamento. Informarsi presso le Agenzie della Societā.
L'Eritrča puō pure essere raggiunta con linee italiane o straniere che non toccano Massāua, facendo tappa a Suez, a Port Sudān o ad Aden. - LINEA GÉNOVA-BOMBAY: Piroscafo mensile della Marittima Italiana (Genova) - LINEA TRIESTE-BOMBAY: Piroscafo mensile del Lloyd Triestino (Trieste) - DA SUEZ A MASSAUA, col piroscafo settimanale del mar Rosso della Compagnia Italiana Transatlantica.
L'Eritrča puō essere raggiunta anche attraverso l'Egitto e il Sudān, servendosi di ferrovia e di piroscafi sul Nilo, oppure in automobile. Č consigliabile seguire questa via all'andata (stagione propizia nov.-mar.) e tornare da Massāua per mare. Il viaggio da Genova con vapori celeri ad Alessāndria e per ferrovia a Cassala richiede un minimo di 8 g.; nessun turista vorrā tuttavia traversare l'Egitto senza visitarne i principali monumenti.
LINEA POSTALE CELERE GÉNOVA-ALESSANDRIA settimanale della Soc. It. Servizi Marittimi (Roma). LINEA POSTALE CELERE TRIESTE-ALESSANDRIA.
Per le altre linee, cfr. l'Orario Generale delle F.S., F.lli Pozzo, Torino, L. 5.
DA GENOVA il piroscafo si stacca dal Ponte dei Mille, offrendo un magnifico spettacolo sul porto, poi sulla cittā, coronata da colli fortificati e piega verso SE per uscire dal porto. La vista s'apre quindi sulle popolate riviere liguri fino a Capo Noli, a O, e al Promontorio di Portofino, a E; poi la riviera scompare, mentre si scoprono a sin., E, in lontananza le alture che circondano il golfo della Spezia e le Alpi Apuane e, poco dopo, di fronte, l'isola Gorgona. Mg. 73 traverso di Gorgona, a 3 Mg. a d.; a sin. la costa livornese con le basse colline dell'Ardenza e di Quercianella. Appare di fronte la Caprāia, che si lascia sulla d.; pure a d., con tempo nitido, si scoprono le vette della Corsica; a sin. il basso litorale toscano.
Il piroscafo si dirige verso il canale di Piombino fra l'Elba e Piombino. Mg. 114 traverso del C. delle Viti (a d., Mg. 1.5). Si lasciano a d. successivamente l'isola di Montecristo, l'isola del Giglio, poi Giannutri, e a sin. il promontorio del M. Argentārio. Mg. 191 traverso di Civitavecchia (a sin., Mg. 10); con tempo chiaro si scorge il piano ondulato in cui s'adagia Roma, coronato in fondo dai M. Sabini e Tiburtini; pių chiaramente si distinguono gli Albani e i Lepini. Mg. 271 traverso di M. Circeo (a sin., Mg. 2); il piroscafo passa il Circeo e le isole Pontine: Palmarola, Ponza, Zannone. Sorgono a sin. i pittoreschi M. Ausoni e Aurunci, schierati a quinta, mentre a d. si oltrepassano Ventotene e S. Stefano. Emergono dal mare, di fronte, Ischia col M. Epomeo, Prķcida e il C. Miseno. Il vapore passa davanti alla costa dell'isola d'Ischia, e percorre il canale d'Ischia, fra quest'isola e Vivara. La vista s'apre sull'incantevole golfo di Nāpoli, da Capri alla montuosa penisola Sorrentina, al Vesuvio. Si scopre il C. Posillipo, oltre il quale appare Nāpoli, nella sublime armonia del suo golfo e dei suoi colli. Per una diffusa descrizione di questo itinerario, v. Italia Meridionale del T.C.I., Vol. II.
Mg. 340 Nāpoli: il piroscafo attracca generalmente presso l'Immacolatella Nuova. Ripartendo, il vapore si dirige direttamente al canale fra l'isola di Capri (di cui si scorge la Marina Grande, Capri cittā, poi la rupe del Salto di Tiberio, la Punta Tragara e i Faraglioni) e la Punta della Campanella, e si tiene poi a non grande distanza dalla costa della penisola. Si passa presso lo Strķmboli, quasi sempre fumante; con tempo chiaro si vedono a d. le Lipari. Compaiono i monti della Calabria e della Sicilia e via via si disegna lo Stretto di Messina; a sin., su una pittoresca rupe, Scilla. La traversata dello stretto offre uno spettacolo indimenticabile; a sin., ai piedi dell'Aspromonte, Reggio di Calabria, fra i suoi vasti agrumeti; a d., ai piedi dei M. Peloritani, una serie ininterrotta di abitati fino a Messina; di fronte compare l'imponente mole dell'Etna. Mg. 515 Messina, v. Sicilia del T.C.I. Il piroscafo passa davanti a Reggio e volge a SE verso il C. Spartivento; l'Etna č estremamente imponente, come una enorme piramide sorgente dalle acque. Nessuna terra in vista fino all'isola di Creta, i cui monti si scorgono per qualche tempo a sin.
La costa egiziana č cosė piatta e bassa che si distingue appena prima di entrare nel porto di Port Saėd (230 ha.; fondale m 10-13). All'entrata, a d., il monumento a Ferd. de Lesseps, costruttore del Canale di Suez; a d. si stende Port Saėd; a sin. Port Fuād, cittā costruita nel 1926 dalla Compagnia del Canale per i suoi impiegati e operai. Mg. 1459 Port Saėd, 108000 ab., di cui 22000 europei (5000 italiani), cosė detta in onore del viceré Saėd, costruita dal 1859 su un'isola del lido sabbioso che separa il L. di Menzāla dal Mediterrāneo, presso la foce Pelųsia del Nilo e all'imbocco N del Canale di Suez, capoluogo della prov. el-Canāl dell'Egitto, č una cittā cosmopolita in rapidissimo sviluppo, ove le popolazioni di tre continenti si incontrano e si fondono. La cittā, che fu detta la porta di comunicazione fra due emisferi, offre coi suoi negozi mercanzie dei due mondi che divide; nella folla variopinta di arabi, negri e greci, si confondono passeggeri di navi di ogni nazionalitā della terra. Un gruppo di massicci edifizi a cupola fra il Bacino commerciale e il Vecchio Bacino dell'Arsenale ospita gli uffici della Compagnia del Canale. I terreni acquitrinosi dei dintorni, giā luoghi di caccia dei Faraoni, sono in parte in corso di bonifica. Port Saėd č collegata per ferrovia al Cāiro e a Giāffa (Gerusalemme).
Il Canale di Suez, lungo 168 km, largo alla base 45-100 m, al pelo d'acqua 95-160 m, profondo 11-12 m, che unisce il Mediterrāneo all'Oceano Indiano, fu iniziato il 25 aprile 1859 dalla Compagnie Universelle du Canal maritime de Suez, sotto la direzione di Ferd. de Lesseps (1805-94) coi piani del trentino L. Negrelli (che va considerato come primo ideatore del canale) e inaugurato il 17 nov. 1869. Il costo dei lavori, che impiegarono fin 25000 operai, fu di c. 19 milioni di sterline.
Lo sbarco avviene generalmente al mattino alla banchina (6 C), a NE della cittā. Uno o pių treni attendono presso la Dogana e partono c. 2 ore dopo. Facchini per trasporto bagaglio dal piroscafo alla ferrovia, all'albergo o all'automobile; automobile dalla banchina alla stazione di Taulųd fino a 2 pers. L. 3, fino a 4 pers. L. 5. Visita doganale e controllo dei documenti. Chi intende proseguire subito per Asmāra ha tempo di fare una brevissima visita alla cittā.
Alberghi: Eritreo (5D, a), sulla banchina, presso l'Uff. Postelegrafico (5D), 30 letti da L. 12 a 15, pasti 12, bagno 5, acqua corrente fredda, ventilatori, telef., rist. e caffč, ingresso gratuito al cinema Europeo, raccom.; Manetti (6D, 2), Banchina ang. piazza Pr. di Piemonte, 10 letti da L. 12, pasti 7,50, bagni, rist. - CAFFČ: Eritreo, all'alb. omon.; Bar Niccolai, piazza Principe di Piemonte.
Uffici pubblici: Commissariato Regionale, al pianterreno del Palazzo del Governo (4D); Dogana e Capitaneria di Porto (6-7 C), alla banchina di sbarco, a NE della cittā; Poste e Telegrafi (5D), all'estremitā E della diga per Taulųd.
[...]
Cinematografi: Europeo, sulla terrazza dell'Alb. Eritreo; Eritreo, al termine della diga per Taulųd.
Farmacia dell'Ospedale Umberto I, contigua all'Ospedale a Ras Mudųr (7D).
Massāua m 1, ab. 3000 c. (Massāua e Taulųd), di cui 350 europei, 12'000 c. coi sobborghi in terraferma, situata su due piatte isole madreporiche nella parte meridionale del mar Rosso, collegata con Asmāra e Agordāt da un'ardita ferrovia che sarā continuata attraverso l'Abissėnia fino a congiungersi con quella proveniente da Mogadiscio, č il principale porto della Colonia Eritrča e ha un'importanza considerevole sia come sbocco della Colonia e dell'Abissinia settentrionale, sia come emporio per il commercio cogli antistanti porti della costa araba. Č pure centro importante dell'industria delle saline e della pesca.
Massāua (detta dagl'indigeni Medzauā, cioč Ģchiamataģ in tigrč) sorge in singolare posizione sulle due isole di Massāua e di Taulųd, congiunte fra loro e colla terraferma con dighe di muratura, e sulle due penisole di Gherār e di Abd el-Cāder. L'isola di Massāua, che formava la vecchia cittā araba, comprende il centro commerciale e la dogana; a Taulųd sorgono gli uffici dell'amministrazione coloniale e abitazioni per europei; Gherār č il quartiere industriale e Abd el-Cāder č occupato dalla stazione radiotelegrafica e dagli hangars per gli idrovolanti. [...]
Nel 1520 fu occupata dai Portoghesi che la trovarono vuota per la fuga degli abitanti, che tornarono nel 1526 quando le navi portoghesi ritornarono in India. Nel XVI sec., Massāua era fiorentissima, quando (1557) fu occupata dai Turchi, che volevano farne la base per la conquista dell'Etiōpia. Colle tristi vicende interne dell'Abissinia, la cittā decadde; fallita la sperata conquista del retroterra, i Turchi lasciarono il governo della cittā ai Naėb, famiglia musulmana dei Belāui, abitante il bassopiano Est. Il potere di questi durō, quasi autonomo, fin quando la Turchia cedette i suoi diritti nominali al viceré d'Egitto, che la fece occupare (1872). Il 5 feb. 1885 l'Amm. Caimi vi sbarcō, prendendone possesso in nome dell'Italia; la guarnigione egiziana non oppose resistenza. La cittā, che contava allora c. 5000 abitanti, dei quali 150 europei, andō poi costantemente crescendo. Massāua fu capitale della Colonia dal 1885 al 1900.
Il Porto (5-6 C), il pių vasto e sicuro del mar Rosso e di facile accesso, č formato dallo specchio d'acqua compreso fra le due isole e le due penisole, colla bocca, segnata dai promontori di Ras Mudųr e di Abd el-Cāder, rivolta a E. Lo sbarco dei passeggeri avviene sulla banchina all'estremitā NE dell'isola di Massāua, a poca distanza dalla stazione marittima.
La banchina č lunga 350 m; i magazzini doganali occupano 5688 mq. e sono collegati col Deposito Franco istituito nel 1925 e gestito dalla Banca d'Italia. Gli Uffici di Dogana hanno sede in un padiglione di legno nel cortile a S dei Magazzini. Lo scarico č facilitato da due gru a vapore, scorrevoli su rotaie, che permettono lo scarico di 600 tonn. al giorno, e da un pontone-biga.
Importanti lavori sono in corso (1929) per ampliamento e attrezzamento del porto (progetto ing. L. Luiggi); comprendono il prolungamento della banchina fino alle attuali boe d'ingresso, creando cosė la possibilitā di attracco per diversi piroscafi di forte tonnellaggio (attualmente, anche piroscafi di 19 000 tonn.), la costruzione di altri magazzini, l'ampliamento del Deposito franco.
[...]
FERROVIA km 120 in ore 6, partenza da Massāua alle 6.30 lun., mercol., ven.; nei giorni che coincidono coll'arrivo dei diretti la partenza viene ritardata alle 10; partenza da Asmāra alle 13 mart., giov., sab.; nei giorni che coincidono con la partenza del postale da Massāua, la partenza del treno č anticipata alle 10. Prezzi: I cl. L. 82,80, II cl. L. 57,60, III cl. L. 25,20; bagagli L. 3 ogni 10 km e per 100 kg. Vi sono vetture di I e II cl. senza distinzione tra europei e indigeni, vetture di III cl. per indigeni, con scompartimento separato per europei. Se l'orario consente una sufficiente sosta a Ghinda (informarsi dal capotreno), conviene prenotarsi telegraficamente per la colazione al buffet di Ghinda, dov'č possibile pure un sommario rifornimento di viveri freschi e in scatola. Lo scartamento č di 95 cm [cioč lo scartamento ridotto italiano, ndr].; il tratto Ghinda-Asmāra ha una pendenza costante del 35 e curve di 70 m di raggio minimo. Iniziata nel 1888, la ferrovia giungeva a Ghinda nel 1904, ad Asmāra nel 1911.
La linea, arditissima, č molto interessante per i belli e svariati panorami che domina. Salendo rapidamente dal livello del mare a pių di 2400 m di altezza, essa offre al viaggiatore tutte le varietā naturali del bassopiano, della zona delle pendici e dell'altipiano eritreo. Collocarsi preferibilmente a destra.
Massāua, pag. 602. Dalla stazione di Taulųd si volge a S passando fra il Comando di Presidio a sin. e la Caserma Saletta a d.; dopo di questa si volge a NO per la lunga diga che unisce l'isola di Taulųd alla terraferma; pan. retrospettivo su Massāua, il porto e le saline. Si attraversa il sobborgo di Edagā Behrāi e, per la sabbiosa pianura, in breve si giunge a (km 5) Otumlo m 14, ab. 6000 c., sulla sin., grande villaggio di case di fango disseccato. Si volge qui verso SO, sempre in zona sabbiosa con qualche rara palma dum. A sin. si avanzano i bassi contrafforti nudi delle colline Ghanfųr, su cui il Forte Vitt. Eman., ora abbandonato. A d., in una piccola oasi di verzura, la Missione Evangelica (all'estremitā O degli alberi rovine di case arabe, prima sede dei Missionari italiani in Eritrea con mons. De lacobis). Subito dopo, un breve tronco (km 2 c.) porta verso SO a Zāga (fornaci). Si attraversa il torr. Občl su un lungo ponte, poco a valle dell'impianto elevatorio (1887) che fornisce l'acqua a Massāua, e si rimonta la valle del torr. Hamasāt. All'intorno tutto č squallido e deserto per nove mesi dell'anno e solo si allieta d'un po' di verde durante le piogge invernali.
La pianura comincia a ondularsi, formando basse collinette brulle, su cui vegetano magre acace spinose. Dopo 4 km, al bivio per (km 0.5) Hamasāt, cave di pietra da costruzione (tescennite). Le ondulazioni si fanno pių vive e pių alte, specialmente nel punto in cui si attraversa il torr. Hamasāt. Al km 19 si apre a d. la larga V. del Sergatāb, con piantagioni di palme di cocco. Si gira intorno a una collinetta (m 150) e si sbocca nella V. del Dessčt alla piccola stazione di (km 20) Dogali (Tedalė) m 102, fiancheggiata da palme. Il villaggio non č che un gruppo di capanne di paglia e frasche. Qui ha origine, con gallerie filtranti nelle sabbie del torrente, l'acquedotto (1914) di Massāua. Dall'altra parte del torrente, a d., la collina (m 174) col modesto monumento ai Caduti dello scontro avvenuto nella piccola piana a O.
Il 26 gen. 1887, una colonna di 500 uomini, comandata dal ten. col. De Cristoforis, mosse da Moncųllo per scortare gli approvvigionamenti del forte di Saāti (v. sotto), ma presso il colle di Dogali fu attaccata di sorpresa dagli Abissini di ras Alula. La colonna ripiegō combattendo sull'altura, dove fu circondata. Gl'Italiani resistettero pių ore finché tutti caddero; un'ottantina di feriti, abbandonati per morti dal nemico, furono salvati da una colonna di soccorso giunta il 27 da Massāua. In seguito a questo scontro l'occupazione fu ritirata per qualche tempo alla linea Otųmlo-Moncųllo-Archico.
La linea comincia a serpeggiare in mezzo alle alture, che non raggiungono mai i 200 m, costeggiando l'ampio e sabbioso letto del Iangųs (a d.), ove spesso si vedono carovane in riposo. [...] Curve e controcurve; s'incominciano a scorgere a d. i Forti abbandonati di Saāti.
Saāti fu occupato all'inizio del 1887 per ordine del gen. Genč dal magg. Boretti e fu presidiato da 2 compagnie di fanteria, 2 cannoni e 300 indigeni. Il 25 gen. 1887 ras Alula attaccō il posto con 10'000 uomini. Gl'Italiani lasciarono avvicinare il nemico fino a 300 m, poi aprirono il fuoco; dopo 4 ore di combattimento gli Abissini si ritirarono con forti perdite. Il giorno dopo avvenne la battaglia di Dogali, in seguito alla quale il posto avanzato di Saāti fu temporaneamente abbandonato.
Si incontra a d. la carrozzabile Massāua-Asmāra che accompagna la ferrovia fino alla stazione di, km 30, Māi Atāl m 180, a d. (modesto spaccio di birra e sciroppi). Č un piccolo villaggio di capanne di frasche e paglia, che ebbe qualche importanza quando vi terminava la ferrovia, e il servizio per Ghinda e Asmāra era continuato per mezzo di corriere a cavalli attraverso la piana di Sabargųma e i boschi del Dongollō.
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Benché limitatissima, la vista č assai bella sul torrente, in cui l'acqua affiora perennemente per lungo tratto, ombreggiato da grandi sicomori e da tamarindi e spesso animato da greggi e armenti; non infrequente lo spettacolo di grandi tribų di amadriadi e di piccoli gruppi di cercopitechi che giuocano sugli alberi. Il corso tortuoso del torrente, qui alquanto incassato, obbliga la ferrovia ad attraversarlo pių volte; poi la valle si allarga in vaste estensioni coltivate, scoprendo a sin. la lunga costiera selvosa che scende dal M. Bizčn; la ferrovia, seguendo prima le falde della Costa Dongollō, a d., poi risalendo, in mezzo a piantagioni d'agave sisal, l'altura su cui sorge la vecchia palazzina dell'Ufficio Agrario, ora Concessione De Rossi raggiunge, km 70, Ghinda m 890; ab. 1250 (posta, telegrafo, telefono alla stazione; ristorante), stazione importante, sempre graziosamente fiorita e ombreggiata da grandi esemplari di poinciana e di grevillea. Ai treni trovansi per solito monaci del Convento del Bizčn che vendono banane; numerosi venditori di aranci, mandarini, limoni, papaie.
Prima capolinea della ferrovia da Massāua e poi Sede della Direzione anche quando fu aperto il servizio fino ad Asmāra, la Staz. di Ghinda fu per vari anni il centro di una notevole popolazione europea, occupata nel Deposito Locomotive e nelle vaste Officine ferroviarie: coi recenti prolungamenti della linea fino a Chéren, Agordāt e oltre, Direzione e Officine sono state trasferite ad Asmāra, in localitā pių centrale e immune dalla malaria che infierisce a Ghinda nei mesi d'inverno e primavera, presso la stazione, posto di medicazione retto da un medico militare; piccoli ristoranti.
Il paese di Ghinda, km 2 a O della staz., giā piccolo centro di villeggiatura nei primi tempi dell'occupazione, quando il tragitto per Asmāra era effettuato esclusivamente a muletto, č anch'esso oggi abbandonato: sempre frequentato č invece il villaggio indigeno da molte famiglie dell'altipiano, che vi affluiscono per lavori agricoli. Missione Cattolica e staz. Zaptič. Presso la staz., ove sorgono le casette dei ferrovieri, scuola elementare, mista per Europei, affidata alle Suore.
Da Ghinda la ferrovia assume interamente il carattere di linea di montagna, superando in 50 km c. un dislivello di oltre 1500 m, con pendenza continua del 35 e curve di raggio minimo di 70 m; numerose gallerie e viadotti, con interessanti sviluppi artificiali lungo pendici scoscese, offrono sempre nuovi panorami, particolarmente grandiosi quando le nebbie invernali stagnano sulla pianura e sul fondo della vallate, lasciando emergere solo le creste pių alte e il ciglione estremo dell'altipiano. Appena fuori dalla stazione, la linea attraversa il torr. Bārresa che qui assume il nome di Ghinda, e, con lunghi risvolti sulle pendici N del M. Débra Halėb m 1216, s'innalza rapidamente con panorama interessante sulla ridente conca. [...]
A km 82, Embatcālla m 1273 (ospitalitā presso la Concess. Morellini, 6 cam., semplici, a c. 1 km dalla stazione, sulla carrozzabile), in una piccola conca solitaria, sulle estreme pendici N della costa Sarsarųf, che si stacca verso NO dalla catena del Bizčn. La regione č magnifica, rivestita di boschi di ulivi selvatici (olea chrysophylla); il rigoglio della vegetazione che puō beneficiare degli acquazzoni estivi dell'altipiano e delle piogge invernali del bassopiano, il clima costantemente mite e le facili comunicazioni la rendono particolarmente indicata per la villeggiatura.
Dalla staz., con un lungo giro intorno allo sperone che separa la V. Zabarėt dalla V. Nabarčt (3 gallerie.; tra la 2Ē e 3Ē, bella vista sul vallone Arghesāna), la linea si porta nella valle principale (pan. grandioso sull'alta V. Natiarčt, fra l'alto bastione del M. Bizčn a sin. e la costiera dei M. Lessa, che culmina a d. con la bifida cima Arbarobā m 2343; nello sfondo, sotto il colle, Nefasit), raggiungendo la carrozzabile al km 85 di questa. L'attraversa con cavalcavia e la sovrapassa poi con due viadotti in curva e inalzandosi via via su di essa, in mezzo a una fitta vegetazione di ulivi selvatici, spesso frammisti a notevoli esemplari di ueėbā (Termi-nalėa Brownii) dai caratteristici frutti a mazzetti di color rosso vino, e al lucido fogliame di varie combretacee (hazibā). Le rive del torrente sono coperte da fitte acacie spinose, e in alto, fra le rupi di granito, svettano sul cielo i ginepri (tsaadė), accentuando il carattere alpestre della regione.
La ferrovia raggiunge dopo una breve galleria, km 95, Nefasėt m 1648 (bar, posta, telegr., telef.), modesta borgata con alcune villette e un alberghetto sulla carrozzabile per Ghinda, poco a valle della stazione. Per la sua altitudine non eccessiva, meglio sopportabile che non quella di Asmāra da chi soffre di disturbi cardiaci, per il suo clima pių mite puō diventare anch'essa centro di villeggiatura, favorevolmente situato sulla ferrovia e al bivio della carrozzabile per Decamahrč. La localitā fuorché verso N, ove s'apre la valle Nabarčt, č dominata da alte montagne, tra cui bellissimo il massiccio del M. Bizčn; sulla cima di questo, quasi a picco sul paese, si scorgono alcune costruzioni del Convento della Visione.
Si continua, rimontando in curva assai pronunciata la testata della V. Nabarčt, poco sotto il colle Nefasėt m 1720. Dopo una lunga galleria, attraverso la Costa dei M. Lessā, la linea inizia una serie di sviluppi, intercalati da frequenti gallerie, attorno al massiccio che culmina colla Cima Arbarobā m 2343. Dall'orizzontale a metā percorso fra le stazione di Nefasėt e di Arbarķba, bellissima vista sulle V. Lessa e Nabarčt e sulla catena del M. Bizčn.
Gli olivastri si vanno facendo rari e sono sostituiti a grado a grado dalle euforbie candelabre e da qualche magro ginepro. Un'altra lunga galleria porta alla V. Ghinda, che si attraversa a grande altezza sulle pendici ripidissime che scendono a N della Cima Arbarobā.
Km 105 Arbarķba (Arbā Rubā) m 2064, in localitā caratteristica: il piazzale, ombreggiato da un gruppo di cipressi e casuarine, č stato ricavato in una stretta insellatura a O della cima suddetta e si prolunga con un viadotto sopra il colle, a cui perviene da S la carrozzabile di Nefasėt. In ago. e sett. attivo commercio di rinomati fichi d'India.
La ferrovia si porta a S sul versante sin. della V. Māi Henzė, seguendo da presso la carrozzabile fin sotto la sella Arballō, che raggiunge dopo un lungo sviluppo in una valletta laterale, e attraversa in galleria, girando poi assai in alto sulla testata della V. Macalō. Č questo uno dei punti pių interessanti della linea, affacciantesi sopra un burrone che scende ripidissimo per centinaia di metri, fra la dorsale del M. Longō e il ciglione dell'altipiano, e si prolunga a N verso la V. Dorfų, in fondo alla quale si scorgono le colture della Concessione Rizzi, dominate dalla mole imponente del M. Gorumbā m 2347.
Alle Porte del Diavolo m 2300, ove la ferrovia č incrociata dal cavalcavia della carrozzabile, si ritorna nella V. Māi Henzė. La linea prosegue arditissima, sostenuta da muraglioni lungo le ripide pareti rocciose; e, valicato su alto viadotto il burrone che scende dalle alture di Bet Ghirghės, attraversa con breve galleria un contrafforte del rosso M. Debrazič m 2458 e raggiunge finalmente, al km 113, il punto pių elevato della linea m 2411,95.
Gli alberi hanno lasciato il posto a fitti cespugli di rumex, coperti di rosse pannocchie di fiori: la montagna s'incurva in dossi erbosi, intercalati da zone coltivate. Dopo breve tratto orizzontale, la linea scende rapidamente verso Asmāra, nella vasta conca animata da filari di eucalipti. Lasciati a d. il Serbatoio Schupfer e le nuove Officine Ferroviarie, km 120, Asmāra m 2340.
CARROZZ. km 120, mediocre fino a Saāti (attenzione nell'attraversare i fiumi; la sabbia arresta talora le macchine), poi buona e spesso ottima. Segue per lunghi tratti la ferrovia, in paesaggio vario e interessante; v. pag. 609.
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