Escursioni di archeologia ferroviaria


Torna alla prima parte (da Arenzano a Cogoleto).


Da Arenzano a Varazze

2. Da Cogoleto a Varazze.

Dalla carta automobilistica del TCI, Liguria, edizione 1956, scala dell'originale 1:200.000

Ingrandisci
la carta.

Dalla stazione di Cogoleto, la sede è stata riutilizzata nel raddoppio e non è quindi percorribile fin quasi alla fine del paese, dove si trovano le due gallerie Larestra (82.70 m e 53.45 m), percorribili, situate a fianco della nuova galleria a due binari.
Da qui, la ferrovia passava di nuovo a livello l'Aurelia, dando inizio alla tratta più spettacolare, tutta in riva al mare.

Aggiornato 9/2007 Lungo i circa 4,2 km dal PL dell'Aurelia (casello km 23+378) al sottopasso della stessa Aurelia all'ingresso in Varazze, si succedono nove gallerie. Non ne conoscevo i nomi, in quanto i relativi cartelli erano già stati asportati quando feci il primo rilievo dell'intera Voltri-Savona, nell'estate 1979. Poi mi è venuto in aiuto Simone Del Vigo, che ha recuperato una vecchia planimetria FS. Grazie a lui, ecco l'intera sequenza:

La galleria Invrea, rettilinea, è quella che passa appunto sotto il castello d'Invrea. Il tratto che la precede si trova in corrispondenza della valle del Torrente Portigliolo, caratterizzata dal bel viadotto ad arco dell'autostrada (186 m, anno 1956 circa).

Uno degli aspetti più interessanti del percorso è dato dalla geologia che si attraversa. Il primo tratto si svolge in un contesto di serpentinoscisti (rocce metamorfiche di colore verde scuro). Poi, quasi all'improvviso, dopo la penultima galleria, le pietre, pur sempre metamorfiche, si fanno assai più chiare, di un verde quasi bianco, ed è in tale scenario che si snoda il sinuoso avvicinamento a Varazze.
Naturalmente anche tutti i manufatti ferroviari - i portali delle gallerie, i bei muri di sostegno ad archi, i parapetti - sono realizzati nella stessa pietra locale, di sicuro non in cemento! Per inciso, un'interessante chiave di lettura dell'intera Genova-Ventimiglia originale è proprio questo riflettersi della geologia nelle opere ferroviarie: dalle pietre verdi della Voltri-Varazze alla puddinga di Albisola, dal calcare di Capo Noli e del Finale alle quarziti di Alassio, fino all'arenaria dell'estremo ponente. Poi vennero il raddoppio moderno, le gallerie infinite e un diluvio di cemento a seppellire ogni diversità...

Uno dei portali più belli, con il muro di sostegno in serpentinoscisto verde (portale ovest della galleria Pescatori, agosto 1998).

Il casello al km 25+314 e il portale est della galleria Valsassina (agosto 2001).

Il tratto finale, nella geologia delle pietre bianche (agosto 2001).

Sottopassata l'Aurelia alle porte di Varazze (ma anteguerra c'era un PL anche qui), la sede prosegue alle spalle del nucleo urbano, fino al piazzale della stazione, appena prima del ponte sul torrente Teiro. Il fabbricato non c'è più e, inevitabilmente, quel che si vede oggi è il più vasto parcheggio cittadino.
Per riprendere il treno occorre proseguire ancora circa 600 m, fino alla stazione moderna, quasi all'estremo occidentale della città.
Il resto del viaggio lo racconto un'altra volta...

Un'ulteriore attrattiva "trasportistica" dell'escursione è data dall'autostrada Voltri-Albisola, aperta intorno al 1956 (vedi carta TCI qui sopra). Il suo tracciato, assai ardito per l'epoca, è ricco di bellissimi viadotti ad arco parabolico, ben visibili percorrendo la sede ferroviaria. Oggi in autostrada si percorre la carreggiata originale in direzione Savona-Genova.

Cartolina in formato panoramico "vera fotografia" (colorizzata)


Torna alla pagina iniziale dell'archeologia ferroviaria.
Da Savona a Finale


[Home page]