Scritto a novembre 2011
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For foreign readers: Italy suffers from a deep crisis in railway service and in its effectiveness. Railway seems to address only to commuters in metropolitan areas and high-speed traffic, forgetting all other uses of trains, such as leisure trips and freight services. In order to have a comparison, we are presenting some examples of "good practise" of railways, both in passenger and freight traffic. We have used the webcam installed on top of Brocken, on the Harzer Schmalspurbahnen, to show that this railway is full of tourists in every season of the year, and not only during weekends. We also show freight traffic on the Rhatische Bahn, in Switzerland.
Di ferrovie turistiche in Italia ne sono rimaste ben poche, ed è lunga la lista di quelle che gridano ancora vendetta per la loro chiusura, dalla Ferrovia delle Dolomiti alla Spoleto-Norcia, passando per la Valgardena e la Val di Fiemme. Una ferrovia miracolosamente sopravvissuta a ogni taglio è la Genova-Casella, tradizionale meta di gite per generazioni di genovesi. Eppure negli ultimi anni notizie sempre più preoccupanti giungono anche da questa linea: degrado dell'infrastruttura, pesanti rallentamenti, materiale rotabile devastato dai graffiti vandalici e con seri problemi di manutenzione, eccetera. Da ultimo, a ottobre 2011, per la prima volta nella sua storia, la Ferrovia Genova-Casella ha deciso di non effettuare più treni speciali a noleggio, una forma intelligente di utilizzo che finora non era mai mancata (vedi un esempio), e a cui oggi si rinuncia, forse per carenza di personale, forse di rotabili, non ci è del tutto chiaro. Pare anche che i viaggiatori normali siano ridotti ai minimi termini.
Ma è così difficile riuscire a usare una ferrovia non solo per i pendolari, ma anche per turismo, e in modo che sia essa stessa una meta turistica? Abbiamo provato a raccogliere un paio di esempi esteri, raccontati semplicemente per immagini, ma che ci sembrano proprio inequivocabili.
Nella galleria fotografica è presente un ampio resoconto sulle Harzer Schmalspurbahnen, la celebre rete ferroviaria a scartamento ridotto che si dirama da Wernigerode, nella Sassonia Anhalt. La linea più famosa raggiunge la cima del Monte Brocken, 1100 m di quota ed ha la particolarità di essere esercitata totalmente a vapore.
Va detto che il Brocken, avamposto di osservazione un tempo al confine della ex Germania Est, è quanto di più desolato si possa immaginare: battuto dal vento, spesso avvolto dalla nebbia, gelido d'inverno - quando è letteralmente sepolto sotto un metro di neve - e sostanzialmente privo di luoghi d'interesse, se si eccettua un bar e un ristorante. Nulla a che vedere, per intendersi, con le cime italiane affollate di santuari, dalla Madonna della Guardia a Oropa, per citarne due un tempo raggiungibili su rotaia.
Ma il Brocken è affollato di visitatori, in ogni stagione e giorno della settimana, e con ogni clima. E tutti, ovviamente, vi arrivano in treno, non essendoci altro mezzo di trasporto che giunga fin sulla cima. Che cosa facciano, una volta arrivati lassù, è quasi un mistero: io a febbraio riuscivo a malapena ad allontanarmi qualche minuto dalla bollente sala d'attesa, per fotografare manovre e partenze! Eppure ogni treno scarica vagonate di turisti, oltre ogni immaginazione. Ne abbiamo testimonianza diretta perché una webcam punta proprio sul marciapiede di stazione, scattando immagini a intervalli di 10 minuti. Ne abbiamo collezionate una quindicina, scelte quasi a caso. Eccole. Segno di una ferrovia che non è pendolare, eppure è stracolma di utenti. Inequivocabilmente.
Giovedì 17 settembre 2009 , ore 11:30 |
Giovedì 17 settembre 2009 , ore 14:00 |
Venerdì 18 settembre 2009 , ore 13:10 |
Mercoledì 13 gennaio 2010 , ore 12:30 |
Martedì 11 ottobre 2011 , ore 14:00 |
Domenica 16 ottobre 2011 , ore 14:00 |
Giovedì 3 novembre 2011 , ore 14:50 |
Sabato 3 dicembre 2011 , ore 13:40 |
Mercoledì 3 febbraio 2010 , ore 8:00 |
Mercoledì 3 febbraio 2010, ore 9:55 |
Un altro esempio, stavolta tranviario, lo abbiamo trovato alla periferia di Dresda: si tratta della Kirnitzschtalbahn (info Wikipedia), tranvia interurbana di 8,3 km a scartamento metrico, che... parte nel nulla e arriva nel nulla! Nel senso che parte da Bad Schandau, una località periferica lungo l'Elba, a est di Dresda, e si spinge in una valle laterale, immersa nei boschi, fino a terminare a Lichtenhainer Wasserfall, in uno spiazzo che non è nemmeno un paese, ma un semplice agglomerato di un paio di alberghi e ristoranti. Verosimilmente questo è il punto di partenza per numerose escursioni pedonali nei boschi, ma anche qui il dato inequivocabile è quello sui viaggiatori. E' vero che abbiamo fatto la nostra gita di domenica, ma tutti i convogli tranviari, con frequenza di 30 minuti, viaggiavano al completo e con gente in piedi, scaricando anche qui a destinazione schiere di turisti.
Il capolinea a valle (Bad Schandau) |
Il capolinea a monte. Non manca un mezzo storico, ovviamente anch'esso gremito di turisti. |
La maggior parte degli 8 km del percorso si svolge su sede stradale: si noti che nella direzione discendente il tram viaggia necessariamente "contromano" rispetto alle auto (la strada è regolarmente aperta al traffico). |
Con le fotografie di Massimo Zuccotti.
E le merci? Se la ferrovia passeggeri italiana soffre, quella merci è da tempo in agonia. Anni fa ci era stato detto che la ferrovia sarebbe stata perdente se avesse continuato a far viaggiare carri singoli, da manovrare in ogni scalo. Così si è puntato tutto sul "treno completo", che percorre centinaia di kilometri a composizione fissa, e si sono realizzati enormi "interporti" dove questi treni avrebbero dovuto interscambiare le merci con i camion. Ma il trend del trasporto su rotaia ha continuato la sua discesa.
E altrove, come siamo messi? Grazie alla fruttuosa collaborazione di Massimo Zuccotti, siamo andati a vedere che cosa succede nel Cantone Grigioni, sulla Ferrovia Retica, dove un servizio merci esiste eccome, vario e articolato.
Le foto che proponiamo sono di estremo interesse, non solo perché belle in sé, ma perché si prestano a una chiave di lettura "ideologica" (in senso positivo): scattate tutte in un unico giorno, sono una testimonianza concreta di quello che può dare la ferrovia, anche al trasporto merci, anche in un contesto che non è certo quello del treno completo che percorre 1000 km tutti con gli stessi carri.
Sappiamo che la Svizzera è un paradiso felice, e che non tutto è replicabile in Italia, ed è per questo che proponiamo le immagini in modo volutamente provocatorio. Però qualche riflessione crediamo vada fatta.
Di buon mattino, tra Punt Muragl e Pontresina, transita in orario il primo merci della giornata. In testa a cinque cisterne la Ge 6/6'' 707 "Scuol". |
Anche se il meteo si guasta un po', arriva il merci di rientro verso Samedan. La Ge 6/6'' 707 dopo aver sganciato le cisterne a Pontresina, rientra verso Samedan con una serie di carri a sponde basse, carichi di macerie e spezzoni di binario, qui mentre si accinge ad impegnare il ponte in ferro sul torrente Bernina. Arrivato a Samedan, retrocederà verso lo scalo per compiere le necessarie manovre. |
Il fotografo si porta ora nel prato tra Samedan e Bever; passano il Regio per Scuol e il RegioExpress per Coira, e infine il merci diretto a Landquart. La composizione è cambiata ancora e dei carri prelevati a Pontresina ne restano solo un paio. |
La Ferrovia Retica ha recentemente inaugurato un nuovo servizio merci di massi tra Poschiavo e Landquart. Il treno carico parte al mattino da Poschiavo al traino di un elettrotreno "Allegra" fino a Pontresina dove viene rilevato da una locomotiva Ge 4/4', appositamente distaccata a Samedan, che traina il treno fino a Klosters, in prossimità dell'imbocco nord del tunnel del Vereina. A Klosters i carri carichi vengono agganciati al merci per Landquart, mentre la Ge 4/4' rientra con i vuoti verso Pontresina per ripercorrere a ritroso il viaggio del mattino. Ecco il merci di vuoti, oggi al traino della locomotiva Ge 4/4'' 620 "Zernez" al posto della prevista Ge 4/4'. |
Finalmente ritorna il sole, giusto in tempo per il passaggio del merci 5129 diretto a Samedan, qui ormai in vista della sua meta finale con la Ge 6/6'' 702 "Curia" in testa. |
Siamo ora lungo la valle di Bever, poco oltre il ponte sul torrente Beverin che discende direttamente dal Passo dell'Albula prima di immettersi nell'Inn; in mezzo ai numerosi RegioExpress con cadenza oraria diretti a Coira, transita il treno merci 5152, Samedan - Landquart, con in testa la Ge 4/4'' 632 "Zizers" e, in seconda posizione, una rincalzatrice. |
Arriviamo all'ultimo merci del nostro racconto. Le ombre del pomeriggio avanzano minacciose e solo il provvidenziale anticipo del merci 5135 in arrivo da Landquart consente di fotografarlo ancora in luce: al traino di cinque carri, di cui due pianali carichi di tronchi, due a sponde alte e una cisterna, la Ge 6/6'' 701 "Raetia". |
Non va dimenticato che, in mezzo a tutti questi merci, circola il vasto e articolato servizio viaggiatori della Ferrovia Retica. Su di esso non ci dilunghiamo, dato che è un soggetto già largamente documentato, e lo ricordiamo solo con l'immagine di questo RegioExpress 1125 diretto a St. Moritz con la Ge 4/4'' 632 "Zizers" (la stessa che trainava il merci 5152 nella valle di Bever), fotografato tra Samedan e Celerina, accanto alle placide acque del fiume Inn. |
Aggiungiamo qualche appunto: i treni merci fotografati sono stati in tutto sette, ovvero tutti quelli transitati in Engadina in un arco temporale di circa 5 ore, dalle 9.45 alle 14.45; e come si può vedere, con i più svariati carri, ovvero cisterne, pianali carichi di un po' di tutto, carri frigo, carri a pareti scorrevoli. Altri carichi, come il cemento, percorrono invece la linea di Disentis. A questo si aggiunge che diversi RegioExpress tra Coira e St.Moritz viaggiano con in coda uno più carri, solitamente a pareti scorrevoli, facendoli diventare praticamente dei treni misti, categoria di treni altrove praticamente scomparsa. Ad esempio, vari treni viaggiano con in coda un pianale con il contenitore giallo delle poste svizzere, mentre un Allegra in servizio Landquart - St.Moritz via Vereina aveva appresso un paio di carri a pareti scorrevoli.
L'idea alla base - nei Grigioni ma probabilmente in buona parte della Svizzera - è che le merci debbano viaggiare per ferrovia; e non potrebbe essere altrimenti: pensiamo ai freddi e lunghi inverni grigionesi con i passi principali, come l'Albula, chiusi al traffico (e con la strada cantonale trasformata in pista per gli slittini!) a cui fa da contrasto la Ferrovia Retica, sempre attiva tutto l'anno e in ogni condizione di tempo. Proprio in questa ottica, diversi anni fa, si decise per la costruzione del tunnel del Vereina solo ferroviario, a seguito di referendum popolare con la vittoria del ferro sulla gomma.
E' su queste basi che si fonda un servizio merci che fa dell'efficienza e della celerità due parole chiave. Basti pensare al merci del mattino in arrivo a Pontresina: arrivato intorno alle 9.50, alle 10.10 era già partito per il viaggio di ritorno. Emblematica la scena che si è presentata a Pontresina nel pomeriggio: il fotografo, arrivato in stazione alle 14, trova un minuscolo mezzo da manovra che fa avanti e indietro con numerosi carri, ad una celerità inimmaginabile, quasi come fosse un muletto all'interno di un grande deposito merci. Il fotografo si sposta poi 5 minuti a piedi a fotografare il merci da Landquart; il tempo di tornare in stazione e la macchina da manovra ha già prelevato i carri del merci e li sta smistando all'interno della stazione, alcuni dei quali probabilmente destinati alla linea del Bernina. Ma non è finita qui: la locomotiva era già pronta in secondo binario con il merci di rientro, composto di una carro frigorifero e di una tramoggia; tempo di dare la precedenza ai Regio da e per Scuol e sarebbe ripartita alla volta di Samedan.
E noi italiani? Ma è chiaro: se non trasportiamo merci su ferrovia "è perché mancano le infrastrutture".