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Usare ancora oggi una cinepresa 8 mm o Super 8? Certo che si può fare! (anche se a prezzi non proprio economici). Leggi dove comperare e sviluppare le pellicole nel nuovo articolo aggiornato.
You can still use your 8 mm or Super 8 movie camera! Read where you can buy and develop your film.
Ho imparato a usare la cinepresa prima ancora della macchina fotografica (intorno al '78, avevo 9 anni...); il Regular Eight, cioè l'autentica pellicola 8 mm occupa un posto specialissimo nei miei ricordi: è naturale che le dedichi una sezione, anche perché è adattissima per esemplificare il discorso che stiamo facendo.
Con le cineprese, infatti, la situazione è un po' diversa da quella delle fotocamere, perché in pratica è come lavorare solo con le diapositive, molto meno tolleranti; inoltre il tempo di otturazione è legato alla velocità di ripresa; tuttavia il piccolo formato permette anche qualche risparmio.
Vediamo:
Per inquadrare storicamente la cinematografia amatoriale 8 mm o "a passo ridotto", ne ricordo le principali date:
Che cosa è
Una classica cinepresa del periodo d'oro dell'8 mm, con il tradizionale meccanismo a molla e senza automatismi.
Da dove viene?
E' dell'amico Claudio Vianini e apparteneva a suo padre. Macchine simili si trovano nei mercatini per circa 70-80 Euro.
Funziona ancora?
Il motore gira ma il diaframma ha qualche problema. Prima era incastrato; smontato e rimontato l'obiettivo, ora si muove ma solo fino a mezza apertura (credo per un problema di taratura del fine corsa). Volendo, si potrebbe sostituire l'obiettivo, che è semplicemente avvitato, con uno il cui diaframma funzioni.
Che cosa regola e come lo fa
Otturatore e tempi | L'otturatore di una cinepresa è un disco rotante, disposto su un piano parallelo alla pellicola. Il disco ha una feritoia a forma di settore circolare. L'angolo al centro di questo settore determina il tempo di esposizione. In queste cineprese di solito l'angolo è intorno a 150°, pari a un tempo di circa 1/38 a 16 fot/s (velocità originale dei film 8 mm, prima che venisse innalzata a 18 fot/s). In seguito la costruzione di meccanismi di trascinamento della pellicola più raffinati ha permesso di ampliare l'angolo: in alcune cineprese Super 8 (fine anni '70) si è arrivati a 220°. Un angolo più ampio, aumentando il tempo di esposizione, permette di fatto di filmare con meno luce, a pari diaframma e sensibilità; per contro le immagini di soggetti in movimento perdono un po' di nitidezza, dato che il tempo a 18 fot/s scende ad appena 1/29 (=18*360/220). |
Diaframmi | Il diaframma (2.8-22) fa parte dell'obiettivo ed è costituito da ben 6 lamelle. In seguito questo è l'aspetto che verrà più semplificato, inventando diaframmi molto più elementari, non a lamelle. |
Esposizione | L'esposizione si regola a mano, agendo sul diaframma. Come su molti altri modelli dell'epoca, sul fronte della macchina è stampato il tipico prospetto che indica i diaframmi per le varie condizioni di ripresa (sole, velato, ombra, ecc.). |
Obiettivo e messa a fuoco | L'obiettivo è semplicemente avvitato e può essere sostituito con altri. Prima dell'avvento degli zoom (che richiedono una progettazione ottica più complessa), molte cineprese di questa famiglia montavano una torretta rotante su cui erano innestati tre obiettivi, ovviamente di tre focali diverse. La messa a fuoco parte da appena 25 cm. |
Focale | La focale dell'obiettivo è 12.5 mm che per l'8 mm è una focale normale. |
Mirino | Il mirino è galileiano, non reflex. La visione è molto rimpicciolita, assai poco confortevole. Davanti al mirino è possibile innestare un riquadro più piccolo, nel caso si monti un teleobiettivo. In tal caso l'inquadratura nel mirino diventa davvero microscopica! |
Altro | Il trascinamento della pellicola è ottenuto con un meccanismo a molla, da orologeria (la fabbricazione è appunto svizzera!). La molla si carica curiosamente in senso antiorario, l'opposto degli orologi. La cinepresa vanta una compattezza non indifferente, paragonabile a una fotocamera Instamatic, e un peso di 800 g, ben inferiore a quello della successiva P4 (1800 g). |
Bolex Paillard L8 |
Vista d'insieme Overall View |
Vista frontale e obiettivo Front view and lens |
Vano pellicola Film Compartment |
Dettaglio meccanismo Film transport |
Che cosa è
Credo sia il modello più evoluto della produzione Bolex 8 mm: nel 1965 uscirà infatti il formato Super 8, a cui tutti i produttori si orienteranno in brevissimo tempo.
Da dove viene?
L'hanno comperata i miei genitori nel 1966. L'ho utilizzata regolarmente fino al gennaio 1993, quando ho girato l'ultimo rullo di Kodachrome 8 mm (uscito di produzione l'anno prima).
Funziona ancora?
Impeccabilmente. Ed è tornata a funzionare nel 2006!
Leggi i dettagli in fondo a questa stessa pagina.
Che cosa regola e come lo fa
Otturatore e tempi | Il tempo, come in tutte le cineprese, dipende dalla velocità di ripresa. A 18 fot/s, è pari a 1/43 (angolo di apertura di 150°). La P4 ha un otturatore variabile, una vera raffinatezza tecnologica. In pratica è possibile variare l'angolo di apertura della feritoia sul disco rotante. Questo serve in primo luogo per le dissolvenze: il settore circolare viene progressivamente aperto per passare dal nero all'immagine, e viceversa (si noti che lo stesso effetto non è ottenibile agendo sul diaframma, in quanto anche un diaframma alla minima apertura in genere non determina un fotogramma nero). Impostando l'otturatore a mezza apertura, è anche possibile dimezzare il tempo (1/86): questo è utile per ottenere immagini più nitide di soggetti in movimento, come ad esempio i treni! La cinepresa era stata pensata per il classico Kodachrome da 25 Iso; con pellicole più moderne da 100 Iso, come il Fomapan, l'otturatore a mezza apertura evita di dover ricorrere a un filtro grigio neutro per riprese in pieno sole. |
Diaframmi | Il diaframma è regolabile con continuità tra 1.9 e 16 (il piccolo formato del fotogramma permette di ottenere con facilità diaframmi molto aperti ma sconsiglia di chiudere oltre 16). Il diaframma non è a lamelle ma a losanga: una semplificazione produttiva rispetto a quello tradizionale visto sulla L8. Si può vedere la forma del diaframma, senza smontare la macchina, puntando una luce sul corridoio del film, vicino alla griffa, e guardando dentro l'obiettivo, ovviamente mentre la cinepresa è in funzione. |
Esposizione | La cinepresa dispone di un esposimetro, che legge la luce da una feritoia posta sotto l'obiettivo. La lettura non effettuata attraverso l'obiettivo (cioè non TTL) è meno precisa, soprattutto quando si inquadra in teleobiettivo, però all'atto pratico funziona bene nella maggior parte delle situazioni. L'impostazione della sensibilità si ottiene per via meccanica con una ghiera che varia l'apertura utile della feritoia dell'esposimetro, mediante un sistema a losanga, analogo a quello che regola il diaframma. E' possibile l'impostazione manuale del diaframma ma manca il blocco dell'esposizione (che ne costituisce una comoda "scorciatoia" e che verrà introdotto in cineprese più moderne). La regolazione dell'esposizione richiede la presenza di due piccole pile da 1.5 V (nell'impugnatura). Chi è abituato ai consumi delle macchine digitali rimarrà colpito: le pile sono lì almeno dal 1988 e l'indicatore le dà ancora pienamente cariche. |
Obiettivo e messa a fuoco | L'obiettivo non è intercambiabile. La messa a fuoco si effettua con un raffinato telemetro a immagini sovrapposte, simile a quello delle Leica M, ma esteso all'intera inquadratura, non alla sola area centrale. Quando l'immagine non è più sdoppiata, significa che è a fuoco. |
Focale | Lo zoom ha escursione 4x, da 9 a 36 mm. Il comando è ovviamente solo manuale ma molto dolce e quindi molto più flessibile dei successivi zoom motorizzati delle cineprese Super 8. |
Mirino | Il mirino è autenticamente reflex, cioè inquadra attraverso l'obiettivo. Diversamente da una macchina fotografica, in una cinepresa non ci può essere il sistema a specchio ribaltabile (il mirino risulterebbe oscurato per tutta la durata della ripresa): di conseguenza nelle cineprese reflex c'è un prisma a semi-specchio che devia una parte della luce verso il mirino. Questo sottrae alla pellicola una (piccola) quota di luce, tanto che spesso si indica anche un tempo di esposizione equivalente - detto "fotometrico" - più breve di quello fisico, per tener conto di questa sottrazione. Il mirino è relativamente più piccolo, rispetto a quello di una macchina fotografica, a causa del piccolo formato del fotogramma, ma comunque enormemente più confortevole di quello non reflex della L8. Nel mirino appare il diaframma impostato con indicazione di sovra/sotto esposizione. |
Altro | Il trascinamento della pellicola è ottenuto come per la L8 con un meccanismo a molla, che garantisce un'autonomia di 2.10 m di pellicola (30 s di ripresa). La molla si carica normalmente in senso orario. La P4 ha una dotazione di alta classe che include tra l'altro: selettore di velocità (12, 18 e 40 fot/s), scatto singolo per animazioni (intorno al 1980 ho fatto delle attraenti riprese in stop-motion con gli omini del Lego!) e possibilità di riavvolgimento per realizzare dissolvenze incrociate: una cosa abituale con l'8 mm, che il caricatore Super 8 renderà poi enormemente più ardua. |
Bolex Paillard P4 Zoom Reflex Automatic |
Vista d'insieme Overall View - The camera provides outstanding features, such as through-the-lens viewfinder, 4x zoom, 3 frame rates plus single frame, light meter for automatic aperture setting (manual aperture available), variable shutter, rewinding system for lap dissolve. The range finder system is similar to Leica M (but covers the whole frame, not only the central area). As most Regular 8 cameras, it is driven by a spring mechanism, capable of running the camera for 30 s. |
Vista destra Right view |
Vista sinistra e vano pellicola Left view and film compartment |
Che cosa è
E' una cinepresa Super 8 di impostazione tradizionale e di classe media, ampiamente metallica, con zoom 4x, esposizione automatica e manuale, senza telemetro.
Da dove viene?
L'ho comprata a un mercatino di Milano nel 2000 a 70.000 lire.
Funziona ancora?
Sì, ma ho dovuto fare due importanti modifiche: una leva manuale per lo zoom e un blocco di sicurezza per l'interruttore (sembra incredibile ma altrimenti con la macchina in borsa, l'interruttore si girava, il grilletto si premeva e facevo fuori mezzo caricatore!).
Che cosa regola e come lo fa
Otturatore e tempi | L'otturatore è a disco rotante, presumibilmente intorno a 180°. Manca la raffinatezza dell'otturatore variabile vista per la Bolex, quindi il tempo è fisso e non si possono effettuare dissolvenze. |
Diaframmi | Il diaframma è regolato con un meccanismo molto più elementare, a fessura, descritto a proposito della cinepresa successiva (qui è facilissimo osservare il diaframma, dato che la cinepresa ha il caricamento posteriore e quindi si può guardare dal retro "in asse" con l'obiettivo). |
Esposizione | L'esposimetro è di tipo TTL (attraverso l'obiettivo), quindi tecnicamente più avanzato rispetto alla Bolex. Come previsto dai caricatori Super 8, la sensibilità è letta in automatico in base ad alcune "tacche" poste sul caricatore stesso. |
Obiettivo e messa a fuoco | Su questo modello base manca il telemetro (presente invece sui modelli Cosina più evoluti). In assenza anche del vetro smerigliato, la messa a fuoco è assai ambigua e costituisce un limite della macchina, dato che è necessario basarsi solo sulle indicazioni numeriche della ghiera. Ovviamente non esiste autofocus, che verrà introdotto sulle videocamere a nastro magnetico, ben più tardi della fine delle cineprese. |
Focale | Lo zoom ha escursione 4x, da 9 a 36 mm (a pari focale, è lievemente più spostato verso il tele, rispetto alla Bolex, visto che il fotogramma Super 8 è un po' più grande di quello 8 mm). Lo zoom è azionabile elettricamente ma, come in molte cineprese Super 8, solo a una velocità fissa, piuttosto elevata. Siccome per riprendere treni è fondamentale seguire perfettamente la locomotiva con la zoomata, la velocità fissa è del tutto inutilizzabile. Ho dovuto realizzare una leva per azionare più dolcemente lo zoom anche a mano (il risultato è comunque inferiore a quello della Bolex). |
Mirino | Il mirino è analogo a quello della Bolex, a parte la mancanza del telemetro. Nel mirino appare il diaframma impostato: un'indicazione che al tempo del Super 8 era ormai riservata alle macchine di un certo livello. |
Altro | Come vari altri modelli dell'epoca, la cinepresa ha bisogno di due fonti di alimentazione: 4 batterie stilo per il motore e una pila a bottone per l'esposimetro. Il pressore della pellicola è in plastica, essendo incorporato nel caricatore Super 8: una semplificazione che nuoce alla qualità, non potendo garantire la stessa regolarità di trascinamento del pressore in acciaio delle cineprese 8 mm. La rimozione di un "tappo" nella parte superiore esclude il filtro ambra per riprese a luce diurna, secondo una soluzione tipica del Super 8 (vedi la cinepresa successiva per i dettagli). Sono disponibili 3 velocità (12, 18 e 24) e, tramite scatto flessibile tradizionale, anche il fotogramma singolo per animazioni: una caratteristica che diventerà per lungo tempo impossibile con le videocamere (oggi la si può nuovamente ottenere per via digitale). |
Cosina Movimac DL - 40P |
Vista d'insieme Overall View - For the aperture system, see the next camera. |
Vano caricatore Cartridge compartment |
Che cosa è
Una cinepresa Super 8 di classe super-economica, con corpo in plastica, fuoco fisso, zoom 2x.
Da dove viene?
E' un rottame trovato su un mercatino di Laigueglia.
Funziona ancora?
Ovviamente no, ha più ruggine che lamiera, però il meccanismo, se alimentato con cavi volanti, gira ancora. In ogni caso il suo smontaggio è stato estremamente didattico: guardate le foto!
Che cosa regola e come lo fa
Otturatore e tempi | L'otturatore rotante ha angolo di apertura di circa 170° (tempo di 1/38). |
Diaframmi | Il diaframma è del tipo a fessura (vedi foto): rispetto a quello a lamelle ha l'evidente vantaggio di essere costruito in un unico pezzo e azionato mediante una semplice oscillazione. |
Esposizione | Nonostante la costruzione economica, esiste una ingegnosa regolazione automatica del diaframma, sempre indispensabile per una corretta esposizione di pellicole diapositive. Anche il filtro ambra per passare dalla luce artificiale alla luce diurna (obbligatorio secondo le specifiche Super 8) è realizzato in una forma elementare ma ben funzionante, descritta nella didascalia delle foto. |
Obiettivo e messa a fuoco | La messa a fuoco è fissa: una caratteristica che si ritrova solo nelle cineprese Super 8 più economiche. |
Focale | Lo zoom è 2x (12-24 mm). |
Mirino | Il mirino non è reflex, ma simile a quello della L8 (e altrettanto minuscolo). Un meccanismo a leva, comandato dalla rotazione dello zoom, adegua il mirino alla focale impostata. Nel mirino compare solo il segnale rosso di luce insufficiente, che è ingegnosamente realizzato in pezzo unico con l'elemento oscillante che fa da diaframma. |
Altro | La cinepresa è alimentata da 2 pile stilo, più una a bottone per l'esposimetro. |
Halina Super 8 |
Dettaglio meccanismo Film transport gears |
Diaframma e filtro di conversione Diaphragm and daylight filter - when the upper screw (vite) is removed, as shown in left picture, an arm with two amber filters is rotated. The upper filter covers the light meter, while the lower one covers the lens: in this way, the camera is ready for daylight filming. |
Regolazione diaframma Aperture adjustment - the light path has a special shape (yellow in the left box). The diaphragm is a blade (black) with a variable-width slot, that simply pivots over such shape. When it is turned counterclockwise, it reduces the slot, i.e. it sets a smaller aperture. The blade is rotated by means of a spring system controlled by the light meter (the screwdriver in the photo forces this spring to show the end of stroke of the blade). |
Otturatore rotante Rotary shutter, with an open sector of 170° (exposure time = 170/360/18 = 1/38 s). The shutter has been turned by 90° to take the photo. |
Capitolo successivo / Next Chapter: aggiornamento 2009, altre fotocamere e cineprese.
AGGIORNATO
Tutte le informazioni per acquistare e sviluppare le pellicole e tornare a usare la propria cinepresa 8 mm o Super 8.
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Vedi anche I formati del passo ridotto, un breve estratto da un opuscolo didattico della Ferrania del 1964.