Scritto ad aprile 2010
Che cosa è
Una cinepresa 8 mm "doppio", di classe economica, del periodo finale dell'8 mm (1963, due anni prima dell'introduzione del Super 8). E' di fabbricazione giapponese e ha il trascinamento a motore, una singolarità per l'epoca e per il Doppio 8, che nella maggior parte dei casi ha avuto fino alla fine il tradizionale meccanismo a molla (vedi gli esempi precedenti).
Da dove viene?
Me l'ha gentilmente data l'amico Massimo Dell'Acqua, che l'ha ritrovata tra le cose di famiglia.
Funziona ancora?
In linea di massima sì: il motore va, l'automatismo dell'esposizione funziona. Nello smontarla, ho rotto la vita che tratteneva il perno della bobina ricevente, perché - ho scoperto dopo - era una vite "al contrario", cioè che si avvita in senso antiorario, per prevenire svitamenti accidentali del perno stesso.
Che cosa regola e come lo fa
Tempi e otturatore | L'otturatore è del tipo rotante, comune pressoché a tutte le cineprese amatoriali (torna alla prima Bolex per una spiegazione). Il bello di questa cinepresa è che sono agevolmente riuscito a smontarla fino in fondo, per cui il meccanismo sarà illustrato con ancor più evidenza che non in tutti i casi precedenti. |
Diaframmi | Il diaframma, da 1.8 a 16, è del tipo spartano a fessura, che diventerà poi comune su larga parte delle cineprese Super 8. |
Esposizione | L'esposizione è esclusivamente automatica, comandata da una cellula al selenio (quindi senza necessità di pile). Non esiste possibilità di modificare o bloccare l'automatismo. Una ghiera permette di impostare la sensibilità, da 10 a 50 Asa. A differenza della Keystone, l'impostazione non avviene per via meccanica (variando l'area soggetta alla luce), bensì per via elettrica, presumibilmente inserendo delle resistenze. |
Obiettivo e messa a fuoco | Il gruppo ottico, molto semplice, è tutto interno, appena a ridosso dell'otturatore e prima del diaframma. Quello che si vede all'esterno è solo una specie di paraluce, a fini più che altro estetici, e chiuso da un semplice vetro protettivo, non da una lente. La messa a fuoco è fissa, come abituale nelle cineprese economiche, specie se, come in questo caso, prive anche di zoom. |
Focale | La focale è fissa, 13 mm, che, per questo formato, rappresentano un obiettivo normale. |
Mirino | Il mirino è galileiano, non reflex. Come in tutti questi modelli, dà un po' la sensazione di guardare "attraverso un tunnel" e ne rende meno piacevole l'utilizzo. |
Altro | La cinepresa è azionata da un piccolo motore alimentato con quattro pile stilo (6 V): è probabile che motori come questo, oggi comunissimi, fossero allora significativamente costosi. L'alimentazione è diretta, senza nessun componente elettronico intermedio, quindi la velocità di trascinamento risente inevitabilmente della progressiva riduzione di tensione delle pile. Non è previsto alcun indicatore sul loro stato di carica (si noti che invece l'esposimetro con cellula al selenio, non richiedendo pile, è esente da questo problema). L'intero corpo della cinepresa è in metallo pressofuso in tre parti: la cassa vera e propria, il coperchio del vano pellicola e il blocco porta-obiettivo e griffa. La qualità di fattura della fusione è molto buona: nulla a che vedere con la plastica che arriverà di lì a pochi anni. |
Vernon 18/28 (1963) |
Vista d'insieme Overview |
Vista posteriore Back view |
Pulsante di ripresa Shutter release |
Vano pellicola Film compartment |
Vano pellicola (aperto) Film compartment (disassembled) |
Otturatore e griffa Shutter and claw |
Otturatore e griffa (assemblati) Shutter and claw (assembled) |
Otturatore e griffa (in sede) Shutter and claw (in working position). The film runs vertically in front of the lens. |
Motore e trasmissione Motor and transmission |
Interruttore di ripresa Shooting switch |
Esposimetro, obiettivo, diaframma Light meter, lens, diaphragm |
Obiettivo e diaframma Lens and diaphragm. |
Confronto Bolex - Vernon - Powershot Comparing sizes: Bolex, Vernon and Powershot |