For foreign readers: the Guidovia was a sort of suburban tramway, connecting Genoa to the Sanctuary of Our Lady "della Guardia", on top of a mountain (Monte Figogna, about 800 m high). The particular type of track studied by Mr Laviosa was made of two traditional iron rails, matched with bands of concrete. Wheels of the railcar had rubber tyres and traditional metal flanges. Rubber wheels, running on concrete bands, assured perfect traction even on strong gradients, while traditional flanges drove the railcar in curved paths. The Guidovia was built in 1925-34 and was closed and replaced by a standard bus line in 1967. After some 40 years, the Municipality of Ceranesi restored most of the ancient line, especially in the upper part, transforming it into a pedestrian route. Pictures show the classic railcar from old postcards and the present aspect of the line.
Testo estratto da Wikipedia, l'enciclopedia libera, e dal libro "Storia della guidovia per il santuario" (Nuova editrice genovese, 2003) di Claudio Serra, che ringrazio.
L'Autoguidovia della Madonna della Guardia nasce negli anni Venti da un'iniziativa dell'imprenditore piacentino Carlo Corazza, che decide di mettere in pratica il progetto di un nuovo sistema di trazione, chiamato "autoguidovia" e inventato da Alberto Laviosa, che univa la trazione su gomma alla guida su rotaia.
Nel primo dopoguerra l'idea di collegare il fondovalle con la vetta del Monte Figogna e il celebre Santuario torna di attualità, dopo vari progetti rimasti sulla carta nei decenni precedenti. Nel dicembre del 1924 nasce la Società Anonima Ferrovia Santuario della Guardia.
I lavori iniziarono nel 1925 con la costruzione della prima tratta dalla frazione di Serro, nell'allora comune autonomo di San Quirico, alla località Cà Bianca nel comune di Ceranesi per una lunghezza di 8861 metri, inaugurata il 28 luglio 1929. Infine il 28 luglio 1934 venne inaugurato l'ultimo tratto, fino ai piedi del Santuario, presso la Cappella dell'Apparizione. La linea, tutta a binario unico, raggiungeva così una lunghezza complessiva di 10.594 metri, con un dislivello di 704 metri ed una pendenza media del 66,5 per mille e massima dell'83 per mille.
Tecnicamente l'autoguidovia era costituita da vetture con motore a benzina, dotate di ruote ferroviarie rivestite di gomma piena: le gomme rotolavano su due cordoli in calcestruzzo, larghi 15 cm, posti esternamente alle rotaie; queste ultime, a scartamento metrico, guidavano la vettura grazie al normale bordino ferroviario. Le rotaie non erano posate su traverse, ma tenute insieme da semplici barre distanziatrici di ferro, dati i ridotti sforzi in gioco e il fatto che il peso della vettura gravava sul cordolo di calcestruzzo e non sulla stessa rotaia. Peraltro l'intera struttura era appoggiata su una fondazione in muratura abbastanza complessa, che aveva richiesto una cura adeguata nella costruzione. Nelle curve più strette, di 25 m di raggio, era presente anche una controrotaia, e un ulteriore cordolo rialzato di sicurezza, sul lato esterno della curva.
Giunte a termine corsa le vetture, unidirezionali, venivano girate a mano su apposite piattaforme. I convogli erano solitamente composti dalla sola automotrice con 18 posti a sedere e 40 in piedi, alla quale potevano essere aggiunti fino a due rimorchi, che avevano 40 posti a sedere e che venivano utilizzate durante i periodi di grande affluenza. La velocità commerciale era di circa 15 Km/h e il viaggio durava 45 minuti (oggi in auto ne occorrono circa 20).
Nel 1938 i motori a benzina di due automotrici vengono sostituiti con i più economici motori diesel mentre dopo la seconda guerra mondiale vengono istallati i freni ad aria compressa della Westinghouse. Il momento di gloria arriva durante l'Anno Santo del 1950 quando la Guidovia trasporta un gran numero di pellegrini, mediante numerosi convogli speciali, con punte di 3000 persone al giorno durante i giorni festivi.
Con la realizzazione del collegamento stradale del 1963 e l'inizio del servizio delle corriere con l'asfaltatura del 1964, arriva la crisi: diminuiscono i passeggeri, che si orientano verso il più comodo e veloce servizio su strada e, al pari di molti altri casi analoghi, nessuno pensa ad ammodernare e rendere nuovamente competitiva la Guidovia. Il 31 ottobre 1967, in concomitanza con la scadenza della concessione, la guidovia cessa definitivamente il servizio.
I binari dell'Autoguidovia sono ancora visibili nella parte finale del tracciato, ora attrezzato come itinerario escursionistico.
Il percorso della guidovia è praticamente intatto, anche se la stazione di partenza e il deposito non esistono più. Nella parte iniziale la sede è stata asfaltata e riutilizzata, mentre a partire dalla frazione di Sareto, nel comune di Ceranesi, il tracciato è rimasto inalterato ed è completamente percorribile fino alla stazione di arrivo (scomparsa e sostituita da un parcheggio). Nelle località di Panigone, Galleria e Piani, si possono ancora vedere gli scambi per gli incroci e sia le due gallerie, sia un ponte in cemento armato sono ancora in buono stato di conservazione.
Nel 2006 il tracciato è stato ripulito e reso fruibile, a cura del comune di Ceranesi.
La Guidovia in esercizio |
Una bellissima immagine a colori, viaggiata nel 1961, dall'inesauribile collezione di Franco Dell'Amico. |
Vista d'insieme della stazione in vetta e del Santuario, viaggiata nel 1964. |
Immagine della vettura (da uno dei pannelli esplicativi esposti presso la stazione superiore). |
Disegno della vettura (da uno dei pannelli esplicativi esposti presso la stazione superiore). Ingrandisci il disegno / Enlarge (scala 1:87 se stampato a 200 DPI). |
Carta 1:200.000 TCI del 1964. Si riconosce il tracciato della Guidovia, che dal Santuario scende fino a Bolzaneto. La carta mostra anche l'autostrada A7 nella versione d'origine del 1935, a semplice carreggiata. Sono indicati in costruzione il raddoppio della stessa A7, nel suo tratto iniziale, la A12 verso Levante e la A10 (che a quel tempo era in esercizio da Voltri ad Albisola). Dal punto di vista ferroviario, è già indicata la galleria di Granarolo (raccordo diretto tra Principe e Succursale dei Giovi), aperta nel 1961. Map by Touring Club Italiano, year 1964: the Guidovia is drawn from Madonna della Guardia to Bolzaneto. Also the original single-carriageway motorway towards Milan is open, while all other motorways are under construction (more details in the article about the Autostrada del Sole). |
La Guidovia oggi |
La sede. Le fotografie di Ferdinando Stanta (primavera 2008) ripercorrono lo stato attuale del tracciato, nel quale si riconoscono ancora perfettamente le rotaie del sistema Laviosa. The present appearance of the Guidovia. |
All'esterno della normale rotaia metallica, si vede la banda di cemento su cui poggiavano le ruote gommate. On the outer side of the rail, the concrete platform is still clearly visible. |
|
|
Il simulacro della vettura. Al termine del percorso, presso la vetta, è esposta questa vettura "sezionata" con pannelli esplicativi sulla storia della Guidovia. Reproduction of the railcar. |
NUOVO 8/2012 La vettura sopravvissuta |
La vettura della guidovia. Al Museo dei Trasporti di Ranco (VA), il celebre "Museo Ogliari", in mezzo a un numero incredibile di altri veicoli e reperti, è conservata una vettura della Guidovia, correttamente posata su un binario con le guide di cemento. The survived railcar of the Guidovia in the Transport Museum of Ranco (Lake Maggiore). |
Vista interna della vettura: un ambiente minuscolo ma reso a suo modo confortevole dagli arredi totalmente in legno. Inside view. |