Scritto a settembre 2012
Torna agli articoli principali Sulmona-Carpinone: come si uccide una ferrovia e La Regione Piemonte chiude il 24% della propria rete ferroviaria.
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Questo è l'articolo pubblicato sul giornale La Stampa l'1 giugno 2012. Credo sia evidente a qualunque lettore che si tratta di un copia e incolla di informazioni assolutamente di parte: verosimilmente una nota della Regione basata su dati Trenitalia, quella che in altri tempi si sarebbe spregiativamente detta velina. Tale sembra sia stata la massima capacità giornalistica nell'affrontare il tema di una Regione che dall'oggi al domani chiude un quarto della propria rete ferroviaria.
Dall'articolo "Ultima fermata per i treni-fantasma" pubblicato sul quotidiano La Stampa l'1 giugno 2012 Pinerolo-Torre Pellice Chivasso-Asti Asti-Casale-Mortara Cuneo-Mondovì Cuneo-Saluzzo-Savigliano Ormea-Ceva Novi Ligure-Tortona Ovada-Alessandria Santhià-Arona Castagnole-Asti Castagnole-Alessandria |
Articolo originale sul sito della testata.
Un utente del forum ferrovie.it ha provato a inviare una lettera a La Stampa, in cui, con educazione e chiarezza, evidenzia tutte le lacune informative dell'articolo.
Dall'intervento di un lettore sul forum di Ferrovie.it In merito all'articolo "Ultima fermata per i treni-fantasma" devo contestare il fatto che vengono riportate in maniera acritica le argomentazioni della Regione a favore della soppressione delle tratte in essere. Vengono fornite delle valutazioni economiche fuorvianti: le cifre ed i numeri sono evidentemente copiate ed incollate in maniera acritica da un comunicato stampa della Regione. Si accosta, creando volutamente confusione, il dato dei passeggeri giornalieri con il costo annuo del servizio. Si inserisce anche il costo pro capite della corsa meno frequentata, che è spesso poco più di un invio materiale vuoto, magari il ritorno del materiale al punto di ricovero dopo una corsa piena di pendolari. Non si fa alcuna menzione del fatto che la scarsa frequentazione sia dovuta alla pessima gestione dell'accoppiata Regione/Trenitalia, con periodiche cancellazioni, coincidenze saltate, ecc. Non si fa alcuna menzione del fatto che la linea Santhià-Arona, che consente un comodo e veloce collegamento tra Torino ed il lago Maggiore, viene sacrificata al posto della Novara - Varallo, poiché si dice possa essere stata "barattata" per i buoni rapporti che intercorrono tra il sindaco di Varallo Sesia ed il Presidente dalla Regione. Non si fa alcuna menzione del fatto che il servizio su autobus è estremamente meno appetibile, meno comodo, più lento e meno sicuro di quello ferroviario e determinerà un crollo verticale dell'utilizzo del trasporto pubblico. Non si fa alcuna menzione del fatto che questa scelta vorrà dire l'abbandono di infrastrutture perfettamente funzionanti, e che in alcuni casi hanno subito interventi di manutenzione costosi anche recenti. Non si pone l'accento sul fatto che la Regione Piemonte sia l'unica in Italia ad operare un taglio così drastico. Infine non si pone l'accento sul fatto che eliminando i servizi periferici si depotenzia globalmente il servizio ferroviario regionale. |
Sull'ambigua confusione tra costi all'anno e utenti al giorno, sempre dal forum di ferrovie.it un lettore attento spiega in modo inequivocabile come stanno le cose.
Dall'intervento di un lettore sul forum di Ferrovie.it Confesso che non l'ho capito immediatamente alla prima lettura, perché le cifre sono messe apposta per colpire. Infatti non mi quadrava e ho rifatto i calcoli. Quando sul giornale trovi scritto ad esempio: "Santhià-Arona: la Regione paga a Trenitalia circa 4 milioni l'anno per 16 treni giornalieri utilizzati da 939 persone che coprono solo l'8,1% della spesa. E così il costo medio è di 4.240 euro a viaggiatore, con un picco di 17.870 per il convoglio in partenza da Santhià alle 19.55." si crea (secondo me volutamente) una bella confusione, perché o si parla di anno, oppure di giorno, ma non si possono mescolare le due cose. Questa sarebbe la versione passeggeri/anno: "La Regione paga a Trenitalia circa 4 milioni l'anno per 5.840 treni utilizzati da 342.735 persone che coprono solo l'8,1% della spesa. E così il costo medio annuo è di 4.240 euro a viaggiatore, con un picco di 17.870 euro all'anno per i convogli in partenza da Santhià alle 19.55." E questa la versione passeggeri/giorno: "La Regione paga a Trenitalia circa 10.958 euro al giorno per 16 treni giornalieri utilizzati da 939 persone che coprono solo l'8,1% della spesa. E così il costo medio è di 11,67 euro a viaggiatore, con un picco di 48,97 euro per il convoglio in partenza da Santhià alle 19.55." I miei calcoli non sono perfetti, sono semplicemente rifatti su base 365. In entrambi i casi, e soprattutto nel secondo, fa ben altro effetto... Ora, il 99% delle persone che legge la frase pubblicata ha capito che UN TRENO (IL CONVOGLIO) costa 17.870 euro a persona, e per UN TRENO (IL CONVOGLIO) la gente intende UNA CORSA, non 365 corse. |
Sul tema dei costi all'anno e al giorno, si veda anche la slide della Regione nell'approfondimento Abruzzo e Piemonte, due storie da vergognarsi. I valori economici e dei passeggeri di tutte le linee sono più comodamente riportati nelle tabelle dell'articolo principale.
Naturalmente c'è giornalista e giornalista. Tutto un altro stile lo offre questo articolo apparso su Il Sole 24 Ore a marzo 2012, sul caso della "stazione unica" di Castel di Sangro. L'articolo, che alla sua comparsa ha guadagnato persino la home page della testata, prende le mosse dalle informazioni disponibili su questo sito, ma dà loro valore aggiunto con un'autentica inchiesta giornalistica, che chiarisce ulteriori aspetti della vicenda, in modo sintetico ma deciso. Quanti altri hanno saputo fare altrettanto?
Da Il Sole 24 Ore del 27 marzo 2012, di Andrea Malan Una stazione nuova da 10 milioni di euro per una ferrovia chiusa da nove anni: la fantasia italica dello spreco continua ad esercitarsi senza sosta anche in tempi di ristrettezze economiche. Protagonista è la Regione Abruzzo, che tramite la Ferrovia Sangritana (controllata al 100%) ha lanciato nel 2010 e aggiudicato l'anno scorso un bando di gara per la "realizzazione di un raccordo di tracciato ferroviario per l'unificazione delle stazioni Rfi e Fas nel comune di Castel di Sangro". A Castel di Sangro, cittadina ai confini del Molise, ci sono infatti due stazioni: la prima di Rfi (ovvero le Ferrovie dello Stato) sulla linea Pescara-Sulmona-Carpinone-Isernia; la seconda, a 150 metri di distanza, per la ferrovia Sangritana che collega (o meglio, collegava) Castel di Sangro a Lanciano e al mare Adriatico. L'appalto appena assegnato è per la costruzione di una stazione unificata e di un nuovo raccordo fra le due linee. Il problema è che la linea da Castel di Sangro verso il mare è stata di fatto chiusa al traffico nel 2003 ed è ormai in avanzato stato di degrado; dal 2007 non vengono neppure più effettuati i treni turistici che ogni estate portavano migliaia di turisti nell'entroterra abruzzese. Non solo: anche la linea Rfi ha visto una progressiva riduzione del traffico fino all'ultimo treno, partito lo scorso 10 dicembre 2011. La storia la racconta Giorgio Stagni, autore di un blog ferroviario tra i più seguiti: ancora nel 2003, scrive Stagni, la linea Pescara-Sulmona-Isernia vedeva circolare un buon numero di treni, fra cui una coppie di diretti Pescara-Napoli (in poco più di 5 ore) e una Sulmona-Napoli; il servizio è stato poi progressivamente amputato e ridotto, oltre che allungato nei tempi di percorrenza (in maniera non dissimile da quella di molte linee secondarie). Il tutto ha contribuito al calo della frequentazione e ha portato alla chiusura: da Castel di Sangro a Carpinone nel 2010 e da Sulmona a Castel di Sangro a fine 2011. "Il servizio costava 900mila euro l'anno" dice Giandonato Morra, assessore ai Trasporti della Regione Abruzzo. I 10 milioni di "investimento" per la nuova stazione di Castel di Sangro "avrebbero consentito di tenere aperto il servizio ferroviario tra Sulmona e Castel di Sangro per almeno 10 anni" scrive Stagni. La Regione Abruzzo preferisce da tempo investire nel trasporto su gomma: la stessa Sangritana gestisce una serie di servizi di autobus (che in parte hanno sostituito i suoi servizi ferroviari; nel 2010 l'azienda ha effettuato servizi per oltre 5 milioni di chilometri (5,4) di cui solo 664mila su rotaia. In ogni caso, da tre mesi per le due stazioni di Castel di Sangro non passa più neppure un treno. Lo stop al traffico non ha però fermato il progetto della nuova stazione. "L'appalto è legato a un finanziamento del Cipe deliberato fin dalla fine degli anni 90" dice Pasquale Di Nardo, presidente della Sangritana. La vicenda è in realtà ancor più grottesca. Nel 1997 il Cipe deliberò lo stanziamento di 22 miliardi di lire (più o meno gli 11 milioni di euro di oggi) per "l'unificazione della stazione ferroviaria di Castel di Sangro e il miglioramento della relativa tratta ferroviaria". Pochi mesi dopo però il Ministero dei Trasporti modificava la descrizione dell'intervento sulla Sangritana in "nuovo intervento funzionale Val di Sangro-Stazione Archi", in quanto "la prima indicazione era scaturita da un errore materiale". Il Comune di Castel di Sangro fece però immediato ricorso al Tar. Come? Un "errore materiale" ci assegna lavori per 22 miliardi di lire e voi ce li scippate?. Dopo anni di causa e dopo 15 anni dalla prima assegnazione - con la ferrovia ormai chiusa -, arriva l'inizio dei lavori; cioè, quasi l'inizio, visto che siamo ancora alla progettazione definitiva e i lavori saranno effettivamente appaltati "fra qualche settimana", dice Di Nardo. L'attuale sindaco di Castel di Sangro, Umberto Murolo, difende a spada tratta l'opera - "La nuova stazione potrebbe essere strategica per riattivare i servizi!" - e snocciola i possibili utilizzi della linea, "dai servizi turistici, con eventuale collegamento con la stazione sciistica di Roccaraso, al trasporto merci dal polo Fiat della Val di Sangro fino al Tirreno"... Il tutto su una linea - 55 chilometri di ferrovia fra Archi e Castel di Sangro - da cui è stata tolta la linea di alimentazione elettrica e, in molti punti, anche i binari. Quanto costerebbe rimetterla in sesto? "Secondo le nostre stime, circa 25 milioni" dice Di Nardo. Ovvero, con i fondi dell'inutile stazione la linea sarebbe a posto per quasi metà... "Potremmo usare fondi d'esercizio, i fondi Fas per lo sviluppo o chiedere altri fondi al Cipe", azzarda Di Nardo. Già, così magari fra 15 anni la linea riapre. A meno che per quella data non ci sia da rifare la stazione... |
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Anche nel caso del Piemonte il Sole ha pubblicato un articolo sintetico ma sicuramente preciso, e di cui sottolineo in particolare la frase conclusiva, che è la vera risposta alle baggianate del costo procapite, di cui si era occupato con ben minore inventiva il primo articolo qui sopra.
Da Il Sole 24 Ore del 21 giugno 2012, di Andrea Malan Non si spegne in Piemonte la polemica sul taglio dei servizi ferroviari su 10 linee minori - messo in atto dalla Regione (insieme ad altre misure) per risparmiare 11,5 milioni di euro. La seduta del consiglio regionale di martedì 19 giugno ha visto respinte le mozioni di sfiducia contro l'assessore ai Trasporti Barbara Bonino; quest'ultima ha presentato un progetto "sperimentale" di messa a gara dei servizi su un paio di queste linee (servizi finora svolti da Trenitalia). Un'analisi dei numeri in gioco può essere utile, visto che di questi tempi anche altre Regioni stanno preparando tagli ai servizi. Costi e risparmi. Il servizio sulle linee citate costa all'anno alla Regione cifre comprese fra i 430mila euro della Novi Ligure-Tortona e i quasi 4 milioni della Arona-Santhià, a seconda soprattutto della lunghezza del percorso e del numero dei treni al giorno. Il prezzo per la Regione si ottiene deducendo dal costo del "Catalogo" Trenitalia l'incasso previsto da biglietti e abbonamenti. Quanto costa il singolo treno? Dai meno di 200 euro della Torre Pellice-Pinerolo (16 chilometri) agli oltre 700 della Arona-Santhià (65 chilometri). Le cifre circolate nelle scorse settimane, di treni vuoti che costavano decine di migliaia di euro, si riferivano dunque allo stesso treno per tutti i giorni dell'anno. Per quanto riguarda il sussidio per ogni singolo passeggero, si va dai 3,8 euro della Torre Pellice-Pinerolo ai 18,7 della Asti-Chivasso. Treni e aeroporti. Nulla di strano: il trasporto ferroviario è pagato in parte dalla collettività, e non solo nel nostro Paese; gli aeroporti locali sono sovvenzionati dagli enti locali anche nel resto d'Italia e spesso d'Europa (Ryanair vi ha costruito sopra un modello di business). Per quanto riguarda il treno, naturalmente, poiché il viaggiatore non è sempre lo stesso, la Regione non sussidia il singolo utente: sussidia la possibilità di muoversi che offre a tutti i cittadini. |
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Un altro articolo dell'11 giugno 2012: L'AD di FS lancia l'allarme sul trasporto regionale: "Mancano i fondi, a rischio i treni locali" sul sito della testata.
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