Scritto a settembre 2013
CONTENUTO
Milano Centrale
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La linea ferroviaria Milano-Verona(-Venezia) è tra le più frequentate della Lombardia, con una media di 36.000 viaggiatori al giorno.
24 corse al giorno sono svolte da Trenord sulla linea Milano-Verona e sussidiateda Regione Lombardia. Ulteriori 8 corse sono svolte da Trenitalia sulla linea Milano-Verona-Venezia e sussidiate dalla Regione Veneto. Questa situazione deriva dagli Accordi di programma del 2000 tra Stato e Regioni, tuttora vigenti.
Da dicembre 2013, Regione Veneto intende unilateralmente sopprimere la tratta Milano-Verona delle proprie 8 corse.
Con i soldi risparmiati grazie a questo taglio, Regione Veneto intende finanziare il potenziamento del servizio in casa propria, servizio che, al contrario di quello lombardo, non è mai stato potenziato nello scorso decennio. Più precisamente, intende istituire un cadenzamento orario Verona-Venezia, oggi mancante e sicuramente molto utile ai viaggiatori.
Tuttavia, le 8 corse da sopprimere svolgono un ruolo fondamentale per i cittadini lombardi (oltre che naturalmente per quelli veneti diretti in Lombardia) e trasportano in totale 10.000 persone al giorno.
Se la Lombardia dovesse scegliere di pagare di tasca propria la tratta Milano-Verona di queste otto corse (più alcuni ulteriori rinforzi festivi, anch'essi interessati dalla soppressione e ugualmente utili), dovrebbe sopportare un onere aggiuntivo di circa 5 milioni di euro all'anno.
I nuovi treni Verona-Venezia che la Regione Veneto intende istituire non sono mai in coincidenza con quelli Milano-Verona della Lombardia. Infatti partono esattamente 1 minuto dopo l'arrivo di questi ultimi, rendendo impossibile il trasbordo.
In sostanza tra Verona e Venezia, si è scelto di utilizzare la stessa traccia degli attuali Milano-Venezia (in quanto essa era già "automaticamente" compatibile con tutti gli altri servizi e la lunga percorrenza), ma, spezzando la corsa a Verona, si ottiene inevitabilmente questa non-coincidenza. Si noti che questo varrebbe non solo per le 4 coppie che oggi percorrono l'intera tratta, ma si verificherebbe tutto il giorno, ad ogni ora, proprio grazie ai nuovi servizi cadenzati Verona-Venezia progettati dalla Regione Veneto.
Questa scelta penalizza i 2600 viaggiatori che già oggi transitano da Verona sulle 8 corse attuali, ma soprattutto elimina in partenza l'opportunità di creare un sistema ferroviario regionale integrato sull'intera Milano-Venezia. I collegamenti Milano-Venezia resterebbero possibili solo con i treni FrecciaBianca, il cui biglietto costa almeno il doppio di quelli delle Regioni.
Una stima dei viaggiatori interregionali |
Grafico indicativo stimato dei viaggiatori in un giorno feriale
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Grafico indicativo stimato dei viaggiatori in un giorno FESTIVO Come è tipico dei servizi a scala interregionale, nei festivi spariscono le punte, soprattutto quelle del mattino (e i regionali in rosa/grigio diventano quasi trascurabili), ma la frequentazione si mantiene ottima per tutta la giornata, compresi i servizi di rinforzo che circolano appunto la domenica (marcati con l'asterisco), e con eccezionali livelli di affollamento nell'arrivo in serata a Milano. |
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La Regione Veneto ritiene irrevocabile la decisione del taglio. I tecnici di Trenitalia ribadiscono che, nello sviluppo del progetto, non si è affrontato il tema della coincidenza a Verona in quanto non richiesto dalla Regione Veneto.
Trenord appoggia la posizione fortemente critica di Regione Lombardia e ribadisce che la mancata integrazione tra i servizi lombardi e veneti appare commercialmente inopportuna (oltre che di forte impatto negativo sull'opinione pubblica).
La mancata coincidenza a Verona e l'onere economico aggiuntivo di 5 mil. per Regione Lombardia sono due problemi distinti, entrambi negativi, che si sommano. La soluzione dell'uno non comporta automaticamente la soluzione dell'altro.
Pagando 5 milioni in più all'anno si può compensare il taglio del Veneto e ripristinare lo status quo (8 corse Milano-Venezia). Per garantire una reale offerta coordinata Lombardia-Veneto il percorso progettuale è molto più lungo, proprio perché mai intrapreso dalla Regione Veneto.
Come andrà a finire?
Ancora una volta la domanda dei lettori è probabilmente questa. Al momento in cui questa pagina viene scritta (inizio settembre 2013) è ancora impossibile dare una risposta. In un Paese "normale", non si avrebbero dubbi e si creerebbero dei treni Milano-Venezia del trasporto regionale. Essi sarebbero solo apparentemente in concorrenza con il servizio a mercato Freccebianca che, costando il doppio e impiegando circa 55 minuti in meno (2h35 contro 3h30), risponde a una domanda significativamente diversa. Ma appunto fare questa cosa richiederebbe un Paese normale e la buona volontà di tutti. Insistere con la non-coincidenza di 1 minuto appare peraltro una cosa talmente evidente anche all'opinione pubblica più sprovveduta, da essere impresentabile. Temiamo che alla fine si arriverà a una pseudo-coincidenza di qualche minuto la cui funzionalità pratica è tutta da dimostrare (e ovviamente fermo restando il problema economico sopra descritto).
Un'ultima nota riguarda il dubbio che probabilmente viene al lettore, specie osservando i significativi numeri di utenza: non sarebbe possibile "mettere sul mercato questi treni", cioè farli svolgere senza sussidio pubblico? Sì, sarebbe possibile, nel senso che verosimilmente questi treni si sosterrebbero da sé. Ma con quale vantaggio? A parte il fatto che riuscire a far convivere treni sussidiati e di mercato, senza incorrere in una deleteria "disintegrazione tariffaria", sarebbe compito tutt'altro che facile per un Ente pubblico, rimane il problema centrale del concetto stesso di sistema ferroviario: se sottraggo dal contratto di servizio sussidiato i treni più redditizi (e beninteso non voglio banalmente sopprimere quelli più "poveri") ottengo che dovrò aumentare il sussidio medio del contratto, perché è venuto meno l'apporto degli introiti dei treni più affollati. In linea di massima non cambierebbe nulla a livello globale (e dunque con beneficio sostanzialmente nullo per la pubblica amministrazione) ma, soprattutto in un contesto in declino come quello odierno, si enfatizzerebbe ancor più l'esistenza di treni "costosi" per le Regioni, rischiando di innescare una ulteriore spirale di tagli.