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A completamento dell'articolo sui dieci problemi delle ferrovie italiane, riteniamo utile entrare un po' più nel dettaglio sull'interconnessione di Treviglio, tra la linea Milano-Venezia e la linea che conduce a Bergamo.
Ancora una volta, alcuni aspetti progettuali ci paiono il segno di qualcosa che non va, di un'infrastruttura che, come si dice nell'articolo principale, è ancora stretta tra progetti faraonici e mancanza di interventi puntuali realmente utili.
Fig. 1 - Questo è lo schema della zona di Treviglio con il cosiddetto "Bivio Bergamo", situato in piena linea tra Cassano e Treviglio, che dà accesso alla linea per Treviglio Ovest, Verdello e Bergamo. Dal 2005 questa linea è finalmente a doppio binario e, grazie all'aumentata capacità, la Regione Lombardia vi prevede un significativo incremento del servizio. Esso non è stato ancora attuato in quanto richiedeva anche i 4 binari tra Milano e Treviglio. Con la realizzazione della nuova linea veloce Pioltello-Treviglio (luglio 2007) ci sono finalmente tutte le premesse per il potenziamento della Milano-Bergamo, che è oggi programmato per il giugno 2008.
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Fig. 2 - E' evidente che con l'incremento del servizio previsto verranno enfatizzate le soggezioni dovute a un bivio a raso. Sarebbe allora di gran lunga preferibile disporre di uno scavalco o "salto di montone". Invece sembra che i soldi siano finiti. Lo scavalco costerebbe indicativamente dai 15 ai 20 milioni di Euro (sui 450 totali del quadruplicamento Pioltello-Treviglio), soldi che al momento non ci sono. Così ormai è assodato che nel 2008 si dovrà fare a meno dello scavalco. Vi è però un altro serio problema: l'aspettativa dei viaggiatori bergamaschi è giustamente quella di arrivare a Milano il più in fretta possibile, e il servizio Milano-Bergamo è stato pensato proprio per fermare a Verdello e poi proseguire velocemente su Milano. D'altro canto, contemporaneamente, si prolungherà a Treviglio la linea suburbana S6 dal Passante, e nelle fasce di punta anche la S5, come previsto dallo schema delle Linee S, di modo che ai viaggiatori Milano-Treviglio sarà messo a disposizione un treno ogni 30 minuti (15 nella punta). Ma la linea "lenta", destinata alla S5/S6 è quella a nord (la Milano-Treviglio originale), mentre, come è spiegato nell'articolo sulle linee a quattro binari, se si vuole marciare veloci in presenza di un servizio suburbano, è necessario utilizzare gli altri due binari, cioè la linea nuova situata a sud. Ecco dunque che il servizio Milano-Bergamo dal 2008 sarà costretto a "tagliare" la Milano-Treviglio ancor più di oggi, con tre punti di conflitto anziché uno, a causa della nuova comunicazione tra linea lenta e veloce (comunicazione che, almeno, sembra sarà dotata di scambi da 100 km/h).
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Fig. 3 - Se nel 2008 si dovrà fare a meno dello scavalco, si può sempre pensare di realizzarlo in futuro. Ma qual è lo scavalco che è stato previsto? L'analisi del progetto mostra una grossa sorpresa: l'interconnessione è fatta sulla linea lenta. In termini figurati, si potrebbe dire che il salto di montone "salta" dalla parte sbagliata! Mentre chi si occupa di programmazione del trasporto regionale ha sempre pensato alla necessità di realizzare un collegamento veloce tra Milano e Bergamo - e dunque effettuato sulla linea a sud - chi ha disegnato l'interconnessione ha ipotizzato di instradare i treni da Bergamo sulla linea lenta, dove si troverebbero "imbottigliati" dietro ai treni suburbani. Per dare un quadro il più possibile oggettivo di questa anomala vicenda, va precisato che nei progetti originali del Passante (primi anni '80), si parlava di un collegamento Bergamo-Passante-Malpensa, come si desume per esempio da una carta del 1986 già illustrata nell'articolo sulle origini del Servizio Ferroviario Regionale lombardo. In realtà allora non era ben chiaro se dovesse trattarsi di un servizio suburbano o diretto. In seguito, da un lato, si è fatta la scelta di destinare il Passante esclusivamente al servizio suburbano (Linee S), come descritto nell'articolo appena citato; dall'altro, è apparsa evidente l'esigenza dei viaggiatori bergamaschi di avere un tempo di viaggio il più possibile ridotto verso Milano (ricordiamo lo schema di principio secondo cui sotto i 30 km va privilegiata la frequenza, mentre sopra diventa più importante la velocità). Questo ha portato al modello di esercizio che abbiamo descritto, mentre la progettazione dell'infrastruttura probabilmente non è stata mai modificata rispetto a quelle idee originali degli anni '80, complice anche la corrente di pensiero secondo cui i quattro binari andrebbero specializzati in termini di "lunga percorrenza / trasporto regionale", e non di "servizi suburbani / tutto il resto" (la fondatezza di quest'ultima impostazione è descritta nel già citato articolo sulle linee a quattro binari).
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Fig. 4 - Per concludere, ecco ovviamente lo schema di come dovrebbe davvero realizzarsi l'interconnessione, per essere pienamente coerente con il modello di servizio previsto, in una corretta logica secondo cui prima si programma il servizio e poi si realizza l'infrastruttura più adeguata a permetterlo.
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Già quello che abbiamo visto fin qui fa pensare che più di una cosa non abbia funzionato nella progettazione del nodo di Treviglio e nel coordinamento tra il modello di servizio e l'infrastruttura che dovrebbe permetterlo.
Questi problemi sono emersi abbastanza bene al principio del 2007, mentre si completavano i lavori per i quattro binari tra Milano e Treviglio, e la stampa ne ha dato ampio risalto.
Vi è però un'ultima cosa, che finora è forse passata inosservata. Alla lista dei problemi si aggiunge il dubbio che, in un contesto di risorse scarse, anche le scelte fatte per il loro uso non siano state le migliori. Vediamo.
Fig. 5 - Dunque lo scavalco di Treviglio proprio non è stato fatto? Proprio non c'erano soldi a sufficienza per fare uno scavalco? Viaggiando tra Cassano e Treviglio nel corso del 2006, si potevano osservare dei piloni sospetti, accanto alla ferrovia, di cui era arduo capire la ragione. Poi abbiamo provato a consultare l'utile Google Maps, ed ecco che ne abbiamo compreso il significato. Uno scavalco esiste eccome: il tempo è passato e oggi è addirittura rifinito di tutto punto. Soltanto che scavalca una ferrovia che non c'è ancora. Ecco che cos'erano quei piloni!
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Fig. 6 - Lo schema completo visto nella figura 2 diventa pertanto questo. La costruzione della linea ad Alta Velocità per Verona non è nemmeno cominciata. La prima tratta fino a Brescia costa qualcosa come 2000 mln Euro, ancora da finanziare, e nessuno è in grado di azzardare previsioni realistiche sulla data in cui entrerà in servizio. Ciò nonostante, il manufatto che, a linea AV terminata, permetterà di deviare per Treviglio è già stato ultimato, anche se, ovviamente, i binari da scavalcare non ci sono ancora. In una corretta prospettiva, non sarebbe stato di gran lunga preferibile rimandare la realizzazione dello scavalco AV, realizzando un banale ed economico raccordo temporaneo, e al suo posto fare invece lo scavalco per Bergamo, preferibilmente quello "giusto" della figura 4, che sarebbe stato utile da subito?
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Aggiornato a ottobre 2007